Come previsto dal decreto legge Rilancio, i versamenti dei contributi da parte di imprese, lavoratori autonomi e professionisti colpiti da coronavirus possono essere sospesi.
Lo prevede il decreto Rilancio agli artt. 126 e 127 con i quali si concede la possibilità di posticipare ulteriormente i versamenti contributivi, già sospesi fino a maggio, al 16 settembre 2020. Tre mesi in più, quindi per pagare i contributi dovuti all’Inps per chi è in difficoltà.
I settori più colpiti dal coronavirus
Ma quali sono i settori maggiormente colpiti dal coronavirus? Essenzialmente si tratta delle attività turistico alberghiere, le agenzie di viaggio e turismo, i tour operator, oltre alle società e associazioni operanti nei settori dello sport, dell’arte e della cultura, del trasporto e della ristorazione, dell’educazione e dell’assistenza e della gestione di fiere ed eventi.
Le società sportive
Anche per quanto riguarda le federazioni e associazioni sportive, lo stop ai versamenti contributivi si estende fino al 31 agosto. Un periodo più lungo già autorizzato in precedenza dal governo, essendo le attività sportive agonistiche e dilettantistiche ferme da più lungo tempo e comunque difficilmente recuperabili con la stagione estiva.
I lavoratori domestici
Non rientrano nelle disposizioni del decreto Rilancio i lavoratori domestici. Per questa categoria, l’Inps fa sapere che rimangono in vigore i termini di versamento già previsti dall’articolo 37 del decreto legge n. 18/2020 (Cura Italia) che ha sospeso i termini per il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria in scadenza nel periodo dal 23 febbraio al 31 maggio 2020. Per colf e badanti, quindi, i contributi non versati dovranno essere pagati entro il 10 giugno 2020 in unica soluzione, senza sanzioni, né interessi di mora.