Contributi non pagati: cosa fare quando arriva la lettera dell’ente previdenziale

L'INPGI intensifica i controlli per individuare contributi non pagati dai giornalisti autonomi su redditi dichiarati al Fisco.
2 giorni fa
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Il tema dei contributi non pagati torna al centro dell’attenzione per molti professionisti del settore giornalistico. L’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI) ha avviato una nuova campagna di verifica sulle posizioni previdenziali dei lavoratori autonomi iscritti, per accertare il corretto versamento degli oneri contributivi legati all’attività giornalistica.

L’iniziativa riguarda in particolare i redditi che, pur essendo stati dichiarati al Fisco, non risultano ancora soggetti alla contribuzione obbligatoria prevista per legge. Questo processo rappresenta una prassi consolidata, ma assume particolare rilevanza per l’impatto che può avere su centinaia di posizioni individuali.

Contributi non pagati: obblighi per i freelance del giornalismo

A essere coinvolti nella campagna di accertamento sui contributi non pagati sono i giornalisti autonomi, ovvero coloro che lavorano con la Partita IVA o che percepiscono compensi attraverso ritenute d’acconto o cessioni di diritti d’autore.

Tutti i proventi derivanti da prestazioni giornalistiche, infatti, devono essere sottoposti a un contributo presso l’INPGI.

Ogni anno, questi professionisti sono tenuti a trasmettere entro il 30 settembre la comunicazione dei redditi dell’anno precedente. Su conto base, l’ente previdenziale determina il valore dei contributi dovuti. È bene ricordare che non si tratta di imposte: il versamento alimenta il cosiddetto stipendio diverso, un elemento fondamentale nella costruzione della futura pensione del giornalista.

Le annualità sotto la lente dell’INPGI

Al momento, i controlli si concentrano sui redditi degli anni 2018 e 2019, già acquisiti dall’Anagrafe Tributaria attraverso la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, è previsto che entro la fine dell’anno l’ente previdenziale riceva anche i dati relativi al 2020 e 2021.

Una volta disponibili, si procederà con nuove campagne di verifica anche per questi periodi d’imposta.

Alcuni potrebbero supporre che i contributi non pagati relativi al 2018 siano ormai soggetti a prescrizione. Tuttavia, a seguito delle sospensioni dei termini previsti dalla normativa, le cadenze sono state prorogate. In particolare:

  • per l’anno 2018, la prescrizione è estesa al 7 settembre 2025;
  • per l’anno 2019, il termine è posticipato al 30 aprile 2026.

Di conseguenza, l’INPGI conserva pienamente il diritto di procedere alla richiesta di regolarizzazione per entrambi gli anni. Le lettere ricevute non vanno confuse con le lettere compliance che, invece, giungono dall’Agenzia Entrate.

Come si svolgono i controlli

L’attività di accertamento sui contributi non pagati si basa sul confronto tra i dati fiscali presenti nell’Anagrafe Tributaria e le comunicazioni inviate dai giornalisti all’INPGI. Se emergono incongruenze — ad esempio, redditi che risultano al Fisco ma non sono stati segnalati all’ente — il professionista sarà contattato per chiarire la natura del compenso.

A seconda delle risposte fornite, possono verificarsi due scenari:

  • se il reddito non ha origine giornalistica, il caso si archivia. Tuttavia, in presenza di una Partita IVA con codice ATECO legato al giornalismo, potrebbero esserci ulteriori verifiche;
  • se, invece, il compenso deriva da attività giornalistica, l’INPGI provvederà a richiedere il versamento dei contributi relativi, con l’eventuale applicazione di sanzioni per omessi o tardivi adempimenti.

Modalità per fornire chiarimenti sui contributi non pagati

La procedura per rispondere alle richieste dell’ente previdenziale è ora digitalizzata. Attraverso il sito dell’INPGI, autenticandosi con SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE), il giornalista può comunicare rapidamente la natura dei redditi contestati. Bastano pochi clic per indicare se si tratti effettivamente di compensi per attività giornalistica o meno.

Questa semplificazione agevola notevolmente l’interazione con l’ente e consente di evitare lungaggini burocratiche.

Le conseguenze della mancata risposta

Chi non fornisce chiarimenti nei tempi indicati riceverà una seconda comunicazione da parte dell’INPGI, contenente l’importo che si presume dovuto. Se anche questa fase non riceve riscontro, l’ente può avviare il recupero coattivo delle somme, interpretando l’assenza di risposta come un tacito riconoscimento della natura giornalistica del reddito.

In sostanza, l’inerzia può portare all’assoggettamento automatico a contribuzione, con tutte le implicazioni che ne derivano, inclusi interessi e sanzioni.

Esistono alcuni casi in cui i redditi percepiti non sono oggetto di verifica da parte dell’INPGI. Sono esclusi, ad esempio:

  • i redditi generati da attività professionali svolte da soggetti iscritti ad altri ordini (come avvocati, architetti, notai o commercialisti);
  • compensi già soggetti a contributo presso l’INPS, come quelli indicati nel quadro RR del Modello Redditi (ex Unico).

Conclusioni: attenzione ai contributi non pagati

La campagna di accertamento sui contributi non pagati messa in campo dall’INPGI ha lo scopo di assicurare che tutti i redditi derivanti da attività giornalistica siano adeguatamente soggetti alla contribuzione previdenziale prevista dalla normativa vigente. In questo contesto, i contributi non pagati possono generare conseguenze significative, soprattutto se non affrontati con tempestività.

Il corretto adempimento contributivo non solo evita problemi futuri con l’ente previdenziale, ma rappresenta anche un investimento sul proprio trattamento pensionistico. Trascurare questi aspetti può tradursi in sanzioni, accertamenti più complessi e una minore tutela previdenziale nel tempo.

Per questo motivo è fondamentale mantenere la massima attenzione sulla propria posizione, verificare la corrispondenza tra quanto dichiarato al Fisco e quanto comunicato all’INPGI, e non sottovalutare l’importanza della previdenza per i liberi professionisti del giornalismo.

Riassumendo

  • INPGI verifica i contributi previdenziali non versati dai giornalisti freelance.
  • Coinvolti i professionisti con Partita IVA o redditi da ritenuta d’acconto.
  • Controlli su redditività 2018-2019; prossimamente anche 2020-2021.
  • Prescrizione prorogata: contributi 2018 esigibili fino a settembre 2025.
  • Mancata risposta equivale a conferma di redditi giornalistici e avvio riscossione.
  • Redditi non giornalistici o già soggetti all’INPS sono esclusi dai controlli.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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