Quanto bisogna versare di contributi volontari nel 2021 per avere la copertura ai fini pensionistici? L’Inps fa sapere che, in base ai dati sull’inflazione 2020, gli importi da versare sul proprio estratto contributivo, per chi ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione, non è cambiato rispetto allo scorso anno.
Le circolare Inps n. 27 del 16 febbraio 2021 spiega che nel 2021 per coprire un intero anno di contribuzione serviranno almeno 3.538,91 euro di versamenti. Cifra che cambia per chi ha ottenuto l’autorizzazione prima del 1996 il cui esborso minimo è di 2.988,77 euro all’anno.
Calcolo dei contributi volontari
Il calcolo dei contributi volontari da versare è effettuato applicando alla retribuzione di riferimento (quella delle ultime 52 settimane lavorate), l’aliquota contributiva vigente. Per gli ex dipendenti è pari al 27,87%, se autorizzati sino al 31 dicembre 1995, e al 33,00%, se autorizzati successivamente.
Prendendo a riferimento il minimale contributivo del 2021 (206,23 euro a settimana) i contributi volontari dunque non possono essere inferiori a 57,48 euro a settimana per i soggetti autorizzati sino al 31 dicembre 1995 e a 68,06 euro e per le autorizzazioni successive. Ecco dunque che per coprire un anno intero ai fini pensionistici gli assicurati dovranno sborsare rispettivamente ben 2.988 euro e 3.539 euro.
L’aliquota del 33% si applica anche agli iscritti all’evidenza contabile separata del FPLD (Autoferrotranvieri, Elettrici, Telefonici e dirigenti ex INPDAI) e al Fondo dipendenti Ferrovie dello Stato. Nonché ai pubblici dipendenti assicurati presso la CTPS. L’aliquota di contributi volontari è invece del 32,65% per i gli iscritti al fondo speciale dei postelegrafonici (ex-Ipost) e per i dipendenti degli enti locali e della sanità. Aliquote contributive più basse sono previste per i lavoratori domestici, agricoli dipendenti e pescatori per i quali la legge fissa fasce di retribuzione convenzionale.
Artigiani e commercianti
Per artigiani e commercianti, la prosecuzione volontaria dei contributi è disciplinata dalla legge 233/1990. Agli artigiani e commercianti deve essere attribuita una delle 8 classi di reddito previste dalla legge e, in particolare, la classe il cui reddito medio risulti pari o immediatamente inferiore al valore medio mensile dei redditi prodotti dall’interessato negli ultimi 36 mesi (tre anni) di attività.
Per il 2021 l’aliquota obbligatoria dei contributi volontari è rimasta ferma al 24% per gli artigiani e al 24,09% per i commercianti. Mentre i collaboratori di età non superiore ai 21 anni dovranno farsi carico di un’aliquota del 22,35% se artigiani e del 22,44% se commercianti.
Gestione separata
L’importo dei contributi volontari da versare nella Gestione Separata è, invece, calcolato in base alle disposizioni di cui all’articolo 7 del D.lgs n. 184/1997. Ossia applicando all’importo medio dei compensi percepiti nell’anno di contribuzione precedente alla data della domanda l’aliquota IVS di finanziamento della Gestione.
Ai fini del calcolo – spiega l’Inps – deve essere presa in considerazione esclusivamente l’aliquota IVS vigente per i soggetti privi di altra tutela previdenziale e non titolari di pensione. Pari, per l’anno 2021, al 25% per i professionisti ed al 33% per i collaboratori e le figure assimilate.
Poiché nel 2021 il minimale per l’accredito contributivo è fissato in 15.953,00 euro, per il medesimo anno l’importo minimo dovuto dai prosecutori volontari della Gestione separata non può essere inferiore a 3.988,32 euro su base annua e 332,36 euro su base mensile per quanto concerne i professionisti.
Tale importo è invece pari a 5.264,52 euro su base annua e 438,71 euro su base mensile per quanto concerne tutti gli altri iscritti alla Gestione separata.