Contributo a fondo perduto per Covid-19: irrilevante per i familiari a carico

Il legislatore stabilisce l’irrilevanza fiscale per iil contributo a fondo perduto erogato a fronte dell’emergenza Covid-19
4 anni fa
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Il contributo a fondo perduto di cui al decreto Sostegni e i contributi a fondo perduto previsti dai precedenti decreti (Rilancio e successivi) non rilevano ai fini del limite reddituale per essere considerati fiscalmente a carico. Ciò in quanto il legislatore per tali benefici ha specificamente fissato l’irrilevanza fiscale.

Detrazione per familiare a carico: i limiti reddituali

In base alla vigente normativa, per considerare un familiare fiscalmente a proprio carico è necessario che questi possieda, nell’anno d’imposta di riferimento, un reddito complessivo, non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili (dal 2019 il limite è salito a 4.000 euro per i figli di età non superiore a 24 anni).

Concorrono al citato limite reddituale (2.840,51 o 4.000 euro), anche seguenti somme, che non in genere sono comprese nella definizione di “reddito complessivo”:

  • il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni
  • le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche e consolari, Missioni, Santa Sede, Enti gestiti direttamente da essa ed Enti Centrali della Chiesa Cattolica
  • la quota esente dei redditi di lavoro dipendente prestato nelle zone di frontiera ed in altri Paesi limitrofi in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto lavorativo da soggetti residenti nel territorio dello Stato
  • il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva di cui al regime forfettario o regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile.

Contributo a fondo perduto per Covid-19: l’irrilevanza fiscale

Anche se l’Agenzia delle Entrate non lo ha specificamente indicato, è possibile ritenere che non rileva ai fini del limite di reddito per essere considerati fiscalmente a carico, il contributo a fondo perduto erogato alle attività d’impresa e lavoro autonomo come aiuto a fronte dell’emergenza Covid-19.

La ratio di tale conclusione è frutto della previsione normativa contenuta al comma 1 dell’art. 10-bis decreto Ristori, con cui è previsto che i contributi e le indennità di qualsiasi natura erogati in via eccezionale a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 ai soggetti esercenti impresa, arte o professione, nonché ai lavoratori autonomi

non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte sul reddito e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rilevano ai fini del rapporto tra l’ammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a formare il reddito d’impresa o che non vi concorrono in quanto esclusi e l’ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi.

In altre parole i contributi a fondo perduto erogati a fronte dell’emergenza Covid-19 non hanno alcuna rilevanza ai fini fiscali e, quindi, come tali non concorrono nemmeno a formare il reddito complessivo di chi li percepisce.

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Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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