Contributo unificato verso la cancellazione: novità con la legge di bilancio 2022

Via il contributo unificato dal prossimo anno. Si va verso una giustizia più giusta e civile, ma non è detto che il balzello sparisca del tutto.
3 anni fa
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Il contributo unificato sta per sparire. Dal prossimo anno il balzello fiscale che grava sulla giustizia civile ordinaria sarà cancellato o riformulato.

Introdotto nel 2000, il contributo unificato è risultato iniquo e vessatorio. Una tassa che il cittadino ha sempre dovuto pagare in anticipo per accedere alla giustizia di cui si dovrebbe avere liberamente diritto per Costituzione.

Contributo unificato verso la cancellazione

Il balzello è dovuto, come noto, per iscrizione a ruolo a ciascun grado del giudizio nel processo civile, compresa la procedura concorsuale e di volontaria giurisdizione, e nel processo amministrativo.

Soldi che il contribuente non sempre ha a disposizione e quindi potrebbe non poter accedere alla giustizia. Così si va verso un cambiamento di rotta con la legge di bilancio 2022. Difficile immaginare una eliminazione del contributo unificato che frutta entrate rilevanti per le casse dell’amministrazione giudiziaria.

Tuttavia una riformulazione della natura del balzello è da prendere in seria considerazione. Probabile quindi che il contributo unificato sarà pagato a valle del processo giudiziario, al termine dei procedimenti. Come avviene anche in altri Paesi Ue.

Le proteste degli avvocati

A premere sui senatori che stanno discutendo la manovra di bilancio sono soprattutto gli avvocati che raccolgono quotidianamente le lamentele dei loro clienti. Soprattutto in un periodo di crisi in cui sono venuti a mancare i soldi per molti cittadini e lavoratori.

Anche le forse politiche si sono dette disponibili ad affrontare il tema del contributo unificato. Sul punto, il Movimento 5 Stelle fa notare che

“lo stop all’iscrizione a ruolo in caso di mancato pagamento del contributo unificato è un passaggio pericoloso per il diritto alla giustizia di cui deve godere ogni cittadino. Una disposizione che mira al recupero di una tassa non può tradursi in denegata giustizia”.

Gli fa eco il Pd e la Lega che sottolineano come sia iniquo e sbagliato un provvedimento che vieti l’accesso alla giustizia perché non viene pagato in anticipo un contributo unificato.

O perché viene valutato non corretto rispetto al valore della causa. Così configurata appare in realtà una forma di inciviltà giuridica.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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