Al via dal 24 giugno 2013 il controllo dei conti correnti bancari e postali degli italiani da parte del Fisco, grazie all’attivazione del SID, il sistema di interscambio flussi dati messo a punto dall’Agenzia delle entrate, che pone la parola fine al segreto bancario in Italia.
Redditometro e controllo conti correnti
L’arsenale degli strumenti per la lotta all’evasione fiscale si è arricchito recentemente con il nuovo redditometro 2013 da una parte e il controllo conti correnti dall’altra. Proprio questo controllo è partito in via ufficiale lo scorso 24 giugno 2013, con le procedure e le tecniche già individuate dall’Agenzia delle entrate con un provvedimento direttoriale datato 25 marzo 2013.
Tramite il controllo dei conti correnti, postali e bancari, il Fisco avrà accesso libero a tutti i nostri movimenti e qualora rilevi anomalie, individua una lista selettiva di potenziali evasori fiscali da sottoporre a controlli.(Si veda il nostro articolo Controllo conti correnti: nasce la lista dei grandi evasori).
Come funziona il controllo conti correnti?
In sostanza spetta alle banche, istituti di credito e operatori finanziari in genere inviare i dati dei conti correnti da essi tenuti per i loro clienti al Fisco che provvederà a inserirli in una sezione dedicata dell’Anagrafe tributaria, l’archivio dei rapporti finanziari. Saldo iniziale e finale, dati identificativi del rapporto, compreso il codice univoco del rapporto, riferito al soggetto persona fisica o non fisica che ne ha la disponibilità, inclusi procuratori e delegati, e a tutti i cointestatari del rapporto, nel caso di intestazione a più soggetti, rapporti accesi nel corso dell’anno e quelli chiusi, insieme ai dati relativi agli importi totali delle movimentazioni distinte tra dare ed avere per ogni tipologia di rapporto, conteggiati su base annua sono le informazioni che gli operatori finanziari devono comunicare al Fisco.
Come comunicare questi dati dei c/c?
A tal proposito, l’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione sul proprio sito istituzionale la piattaforma SID, acronimo di “Sistema di Interscambio flussi dati”, tramite la quale gli operatori finanziari comunicano con il Fisco.
SID, come funziona
Per utilizzare il SID, gli operatori finanziari devono registrarsi ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (Entratel o Fisconline) ed accreditare un proprio “nodo” di interscambio ovvero selezionare uno dei “nodi” preventivamente accreditati che offrono tale servizio di trasmissione. Si specifica che le amministrazioni, società, enti e ditte individuali che si avvalgono del SID, potranno utilizzare due diverse modalità di trasmissione dei dati derivanti dal controllo dei conti correnti: il canale FTP, ovvero l’utilizzo del canale trasmissivo Posta Elettronica Certificata (PEC) per file di dimensione non superiore a 20 MB.
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Tutela privacy assicurata
Mille cautele sono state approntate per ciò che riguarda il rischio di lesione della privacy dei contribuenti sottoposti a controlli fiscali. I files in cui sono contenuti i dati dei conti correnti sono criptati, ha assicurato il numero uno delle Entrate, Befera, così come la durata della stessa misura è temporanea, perchè dettata dall’urgenza di recuperare gettito considerando i tempi di magra ( si veda il nostro articolo Controllo conti correnti, misura straordinaria e a tempo). Ma ancora oggi, visto che il controllo conti correnti è retroattivo, parte cioè dal 2011, non è dato sapere con certezza fino a quando sarà attivo. Per ora, il consiglio è conservare tutti i documenti bancari e postali dei conti, onde evitare spiacevoli sorprese.