Da un lato c’è l’esigenza di controllare che, tra i beneficiari del reddito di cittadinanza, non ci siano persone che non ne avrebbero diritto. Dall’altro quella di tutela della privacy dei conti corrente. Qual è l’equilibrio? Quali regole e garanzie?
In astratto sarebbe impossibile escludere a priori che nessuno cerchi di violare i requisiti e le regole sul reddito di cittadinanza. Tuttavia lasciare tutto affidato all’onestà personale sarebbe ingenuo e controproducente.
Prendo il Reddito di Cittadinanza: il mio conto corrente può essere spiato?
Molti beneficiari del reddito di cittadinanza si chiedono a quali tipi di controlli, sul conto e non solo, possono essere sottoposti.
Anche se genericamente si parla di conti corrente, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate possono svolgere senza preavviso controlli anche su altri prodotti bancari o postali inclusi i conti deposito, le carte di credito, i prodotti finanziari, le obbligazioni e i buoni fruttiferi. Nell’anagrafe tributaria infatti si trova traccia anche delle varie aperture di conti, transazioni carte etc.
Per procedere con l’accertamento servono prove valide o segnalazioni di movimenti sospetti. Oppure come nel caso del Reddito si esegue una verifica automatizzata tramite Anagrafe dei conti correnti. E la privacy? Le banche rischiano reclami? Sarà eventualmente compito degli istituti bancari dimostrare di aver adempiuto alle norme prescritte dal Gdpr. In altre parole occorrerà dimostrare in che modo vengono conservati e trattati i dati personali degli utenti. Proprio prima del debutto del RdC infatti il Garante della privacy aveva provveduto a presentare una Memoria alla Commissione Lavoro del Senato nella quale venivano messi in evidenza i punti più critici in tema di controlli per il Rdc e rispetto della privacy.
Al momento quindi i controlli sui beneficiari del RdC riguardano in concreto soprattutto lavoro in nero o false dichiarazioni Isee.