Il Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, è stato chiaro: “non ci sono alternative. Se qualcuno le ha, venga a proporle”. Il governo della Repubblica di San Marino ha comunicato nei giorni scorsi la conversione dei depositi bancari accesi presso Banca Nazionale Sammarinese (fino al 2019 Banca CIS) in un bond. La decisione è stata assunta a seguito della risoluzione disposta dall’Autorità di vigilanza nel 2019, anno in cui l’istituto entrò formalmente in crisi dopo avere accusato perdite tali da mandare il patrimonio netto sottozero.
Nuovo bond San Marino “avido” per i risparmiatori
Oggetto di conversione dei depositi bancari sono i conti dei risparmiatori fino a 100.000 euro. Le somme eventualmente eccedenti saranno convertite in nuove obbligazioni bancarie. Il bond di San Marino ha come data di godimento 21 luglio 2022 e scadenza 22 luglio 2032. Pertanto, ha una durata di 10 anni. Esso corrisponde una cedola lorda annua dell’1%.
Le polemiche di questi giorni riguardano l’aumento del già elevato debito pubblico sammarinese. Tuttavia, il governo fa presente come già fosse stata apposta la garanzia dello stato sulle obbligazioni bancarie, a loro volta emesse a copertura dei conti dei risparmiatori. L’importo oggetto di conversione per la prima tranche delle obbligazioni è di 53 milioni e 770 mila euro. Può sembrare una cifra irrisoria, ma corrisponde a circa il 3% del PIL.
Ad ogni modo, il neonato “Comitato Correntisti Sammarinesi” non si mostra soddisfatto dell’operazione, che arriva dopo tre anni di incertezze. Molti cittadini-risparmiatori notano, ad esempio, che il bond di San Marino sia troppo avido. Stacca una cedola nettamente inferiore al tasso d’inflazione e senz’altro a quella che la Repubblica pagherebbe su un decennale. D’altra parte, la conversione evita la perdita anche solo di parte del capitale e consente agli obbligazionisti di utilizzare il bond anche come strumento di pagamento o di portarlo allo sconto subito in banca.
Grana debito pubblico per la Repubblica
La Repubblica di San Marino emise un anno e mezzo fa il suo primo bond internazionale con cedola 3,35% e della durata di tre anni (ISIN: XS2239061927). Attualmente, esso quota appena sopra la pari e offre un rendimento lordo del 3%. Considerate che per la medesima scadenza il BTp offre intorno all’1%. Il rendimento triplo sammarinese risente del basso rating: BB+ per S&P. In pratica, la Repubblica è giudicata un emittente “speculativo” e il suo debito sarebbe “spazzatura”, vale a dire ad alto rischio di credito. Notevole l’importo emesso nel 2021: 340 milioni di euro, qualcosa come oltre un quinto del PIL.