Se hai qualche risparmio da parte conviene aprire un fondo pensione? (Trattamento fiscale e rendimento)

Le somme versate alle forme di previdenza complementare (fondi pensione) sono deducibili dal reddito complessivo.
2 anni fa
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fondo pensione
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Conviene aprire un fondo pensione complementare? Uno degli asset class maggiormente penalizzati da questo periodo di alta inflazione è sicuramente il denaro contante. Non c’è alcuna sicurezza nel tenere i soldi sotto il materasso; anzi, il denaro col tempo perderà costantemente il suo potere d’acquisto e questo equivale ad una vera e propria perdita finanziaria. Se la quasi totalità degli strumenti finanziari sono rischiosi per definizione, in quanto non c’è alcuna certezza su un futuro guadagno, con il contante, invece, possiamo star certi di subire una perdita costante nel tempo.

Eppure, questo concetto ci appare ancora poco intuitivo. Per capire meglio come funziona l’inflazione e come questa erode il nostro denaro, si rinvia a un articolo di qualche mese fa.
Ad ogni modo, qui è opportuno chiarire l’importanza di investire i propri risparmi, ovviamente in base alle proprie conoscenze e propensione al rischio. Strumenti finanziari più complessi e imprevedibili potrebbero lasciare il posto a investimenti molto meno rischiosi e con alcuni vantaggi complementari. I fondi pensione, ad esempio, oltre che a consentire una rendita futura da integrare alla previdenza obbligatoria, ha il vantaggio di permettere la deduzione delle somme di denaro investite, entro certi limiti. Vediamo meglio di cosa si tratta e quali sono tutti i vantaggi della cosiddetta previdenza complementare.

Che differenza c’è tra deducibilità e detraibilità?

Le somme versate alle forme di previdenza complementare sono deducibili dal reddito complessivo. La cosa interessante è che tali somme possono essere versate da chiunque a qualsiasi titolo, non soltanto dunque dagli stessi lavoratori. Per fare un esempio, un genitore può aprire un fondo pensione per il proprio figlio, anche se non è ancora in età lavorativa. Ed è questo uno dei principali vantaggi del fondo pensione. Prima di andare avanti con la trattazione di questo argomento è però opportuno spiegare bene il concetto di “deducibilità” e “detraibilità”.


Le spese deducibili si sottraggono all’ammontare del reddito complessivo. Il reddito meno i costi deducibili dà come risultato il reddito imponibile. Su questa grandezza si applica l’aliquota fiscale e si determina l’imposta “lorda”.
Le spese detraibili, invece, sono le spese che si sottraggono, in percentuale, dall’imposta lorda. Generalmente, il nostro ordinamento riconosce delle spese (ad esempio quelle sanitarie) che sono detraibili con una percentuale del 19%. In altre parole, il 19% di queste spese possono essere sottratte all’imposta lorda, per la determinazione dell’imposta “netta”, ossia quella che dovrà essere effettivamente pagata dal contribuente.
Come già detto in apertura, il fondo pensione è un prodotto di previdenza integrativa deducibile fiscalmente, ma con dei limiti. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Fondo pensione, quali sono i limiti di deducibilità?

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 70 / E del 18 dicembre 2007, ha fornito utili chiarimenti sulla disciplina fiscale introdotta dal decreto legislativo 252 del 5 dicembre 2005, entrata in vigore il 1° gennaio 2007, relativa ai fondi pensione complementari. In particolare, sono stati definiti i soggetti interessati, i criteri di tassazione e, soprattutto, i tetti di deducibilità.
Con il decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, “Disciplina delle forme pensionistiche complementari” è stata data attuazione alla legge 23 agosto 2004, n. 243, con l’intento di sviluppare le forme pensionistiche complementari al fine di integrare la pensione ordinaria e consentire il mantenimento di un tenore di vita adeguato anche dopo il pensionamento.

Le somme versate dal lavoratore, dal datore di lavoro o  dal committente alle forme di previdenza complementare sono deducibili dal reddito complessivo, per un importo non superiore a 5.164,57 euro. Per i giovani lavoratori, con prima occupazione successiva al 1° gennaio 2007, è previsto invece un regime più favorevole, che innalza a 7.746,86 euro i contributi deducibili durante i venti anni successivi al quinto anno di partecipazione ai fondi pensione.

Le condizioni e i limiti di deducibilità previsti sono applicabili, pertanto, a tutti i contribuenti, compresi coloro che producono redditi diversi da quelli di lavoro e a coloro che hanno scelto di proseguire volontariamente il versamento dei contributi oltre l’età pensionabile prevista dal regime obbligatorio di appartenenza.

Insomma, entro certi limiti di deducibilità, un fondo pensione dà diritto a interessanti vantaggi di tipo fiscale. Vantaggi da considerare soprattutto in periodi di alta inflazione come quello che stiamo vivendo in questi giorni.

Attenzione: le informazioni presentate in questo articolo non sono in alcun modo da intendersi come sollecito all’investimento. Ogni decisione di investimento è sotto la piena ed esclusiva responsabilità del lettore. Per qualsiasi chiarimento, vi consigliamo di contattare un consulente finanziario esperto.

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