Separare finanza cinese da Corea del Nord
Non vi è dubbio, che nessuna banca di dimensioni dignitose vorrebbe mai venire esclusa dal mercato finanziario americano, perché significherebbe rimanere isolata e non potere più operare, non potendo nemmeno entrare in possesso di valuta USA. I clienti fuggirebbero in un attimo, dato che l’istituto non fornirebbe loro un servizio utile per le operazioni quotidiane anche basilari, come commerciare materie prime.
Ancora prima che il presidente Donald Trump possa optare per questa opzione “nucleare”, la Cina potrebbe avere comminato sanzioni finanziarie contro le banche nordcoreane.
Se la notizia fosse vera, sarebbe un segnale preoccupante per il regime di Jong-Un, in quanto rafforzerebbe la convinzione di un isolamento progressivo contro Pyongyang, messo in atto dal governo cinese per tentare una mediazione con Washington ed evitare un’escalation militare. Poiché senza la finanza cinese, l’economia nordcoreana sarebbe al collasso, l’ipotesi equivarrebbe ad affermare che il presidente Xi Jinping avrebbe messo in conto il rovesciamento della dinastia dei Kim, magari in favore di qualche personalità dei potenti ambienti militari, più manovrabile da Pechino. (Leggi anche: Corea del Nord, fine Kim Jong-Un messaggio di Trump a Putin)