Corea del Nord: spese militari record, ecco dove Jong-Un prende i soldi

La Corea del Nord detiene il record mondiale di spese militari in rapporto al pil, mentre gran parte della popolazione è malnutrita e la mortalità infantile è alta per cause come polmonite e diarrea. Vediamo come il regime finanzia la sua campagna nucleare.
8 anni fa
3 minuti di lettura

Mentre soffiano venti di guerra nell’Asia nord-orientale, il quotidiano del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord, Rodong Sinmun, scriveva ieri che per quest’anno le spese militari saliranno al 15,8% del pil, una percentuale molto simile a quella di due anni fa (15,9%), ma in crescita del 5,4% rispetto al 2016. Dei numeri di Pyongyang non v’è mai certezza, essendo il paese uno scrigno indecifrabile persino per i funzionari dell’ONU. Su un dato sembrano concordare tutti, però: la Corea del Nord è il paese con le spese militari più alte al mondo in rapporto al pil.

Secondo il Dipartimento di Stato USA, nel periodo 2004-2014, la percentuale di pil impiegata per la difesa dal governo nordcoreano è stata mediamente del 23,3%, pari a un budget medio annuo di 3,5 miliardi di dollari. A lunghissima distanza seguiva l’Oman con oltre l’11% e al terzo posto si collocava l’Arabia Saudita con l’8,6%. (Leggi anche: Kim Jong-Un, chi è il dittatore che minaccia la guerra nucleare)

Spese militari alte, ma popolazione alla fame

I numeri appaiono impressionanti, anche perché parliamo di un’economia sprofondata nella miseria sotto la dinastia dei Kim, quando un tempo era più ricca di quella che attualmente è la Corea del Sud. Secondo la banca centrale di Seul, il pil nordcoreano sarebbe stato di 34.000 miliardi di won nel 2015, pari a 30 miliardi di dollari, il 2,2% del pil della Corea del Sud. Ma si stima che quasi un quarto di esso vada a finire nel bilancio della difesa, una percentuale nettamente superiore a quella già alta di cui si parla ufficiosamente a Pyongyang.

Tutto ciò, a fronte di una popolazione malnutrita. Il 70% di essa si affida alle razioni alimentari dello stato per sopravvivere, mentre le prime cause di morte tra i bambini di età inferiore ai 5 anni sono polmonite e diarrea. Di recente, lo stato ha tagliato le porzioni pro-capite di cibo a 300 grammi dai 380 grammi precedenti, allontanandosi ulteriormente dall’obiettivo dei 573 grammi.

(Leggi anche: Economia Nord Corea in ginocchio senza la Cina)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Offerte Enel Energia aprile 2017: a confronto Energia Pura Casa ed Energia Pura Bioraria

Articolo seguente

Licenziamento invalido per troppe assenze da malattia: solo se superano il periodo di comporto