Nel Maxi Decreto, varato in questi giorni dal Governo, vengono presentate delle misure di portata eccezionale, come, del resto, eccezionale è l’emergenza che in questi giorni sta colpendo il nostro Paese.
Un pacchetto di misure “Shock”, di circa 25 miliardi di euro e un aumento del deficit superiore al 3%.
Una delle principali misure contenute, appunto, nel Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri del 16 marzo, il cosiddetto Decreto “Cura Italia”, è quella che prevede una serie di sospensioni e proroghe delle scadenze degli adempimenti fiscali per il 2020.
Questa misura, ovviamente, è stata pensata per quei contribuenti che si sono trovati, da un giorno all’altro, a far fronte ad un drastico calo, se non addirittura al totale azzeramento, dei fatturati.
Cosa succede a tutti quei soggetti che nonostante questa crisi sono in grado di far fronte agli adempimenti fiscali alle scadenze ordinarie? Nulla, nel senso che anche per questi soggetti vale il diritto di proroga.
In questi giorni, ci si sta appellando, solamente, al senso civico di ogni contribuente e, in certo modo, a qualche incentivo non di natura economica.
Menzione speciale a chi rinuncia alle proroghe
All’interno del Decreto sopracitato è contenuta una norma che prevede una “menzione per la rinuncia alle sospensioni” degli adempimenti fiscali.
In particolare, “i contribuenti i quali, non avvalendosi di una o più tra le sospensioni di versamenti previste dal presente titolo e dall’articolo 36, effettuano alcuno dei versamenti sospesi, possono chiedere che del versamento effettuato sia data comunicazione sul sito istituzionale del Ministero dell’Economia e delle Finanze”.
Del resto, in un periodo difficile come quello che il nostro Paese sta vivendo in questi giorni, ci si augura senso civico e non incentivi di altro tipo.
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