Secondo l’Inail, grazie ad un documento da poco pubblicato, alcuni lavori sono più a rischio di altri per contagio covid 19. Basandosi su alcuni parametri quali l’esposizione, ossia la possibilità di venire a contatto con persone contagiate, la prossimità, cioè il livello di distanziamento possibile con altri colleghi e infine l’aggregazione, ossia la possibilità a causa lavorative di venire in contatto con persone contagiate, ad esempio chi lavora nella ristorazione, Inail ha redatto un documento sulle professioni più rischiose.
Le categorie rosse, arancioni, gialle e verdi
In base al documento dell’Inail a rischiare di più sono farmacisti, forze dell’ordine, assistenti sociali e coloro che operano nella sanità, quindi medici, infermieri, Oss etc. Rischiano molto anche i parrucchieri, gli atleti professionisti e chi opera nelle agenzie funebri. Un rischio medio alto, invece, riguarda manutentori, corrieri, addetti alle mense, camerieri, microbiologi, lavoratori dello spettacolo e interpreti. Rischio medio basso per operatori ecologici, operatori edili, cassieri, coloro che lavorano nel settore dell’istruzione, intrattenimento, attività artistiche e sportive. Infine, un rischio basso è legato alle professioni dell’attività manifatturiera, sivicoltura, agricoltura e pesca, fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, rete fognaria, attività di gestione dei rifiuti e risanamento, costruzioni, commercio all’ingrosso, al dettaglio, riparazione di motocicli e autoveicoli, trasporto e magazzinaggio, attività di servizi di alloggio e ristorazione, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività professionali scientifiche e tecniche, amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria e altre attività di servizi.
Garantire il più possibile lo smart working
Secondo il documento dell’Inail, dove possibile, sarà necessario continuare a lavorare da casa mentre dove non è possibile bisogna garantire tutte le misure di sicurezza a partire dall’uso delle mascherine negli spazi condivisi. Altre ipotesi che riguardano gli uffici, aziende e via dicendo sono legate alla necessità di non affollare i mezzi pubblici durante gli orari di punta, per questo al vaglio c’è la possibilità di spalmare l’orario di lavoro su 7 giorni o garantire turni per evitare assembramenti.
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