La Corea del Sud è divenuta un modello per molti Paesi Europei e per gli stessi Stati Uniti d’America in merito alla lotta contro il Coronavirus. La popolazione della Corea del Sud conta circa 50 milioni di abitanti, contro i 60 milioni dell’Italia. Di questi, 9.241 sono risultati positivi al Covid-19, per un totale di 131 decessi (dati aggiornati alla mattina di giovedì 26 marzo). Se confrontati con quelli delle altre nazioni, i numeri della Corea del Sud sono nettamente inferiori. Perché? Per fare luce sul modello della Corea del Sud, Il Corriere della Sera ha intervistato un uomo originario di Torino che vive da dieci anni a Seul e una donna sudcoreana che è vissuta dieci anni in Italia per poi tornare nel suo Paese.
Imparata la lezione della Mers
Nel 2015 la Mers trovò impreparata la Corea del Sud, spiazzando di fatto il Korea Centers for Disease Control and Prevention. In quell’occasione non si riuscì a garantire ai casi sospetti il kit per il test sulle persone contagiate. Una diretta conseguenza di ciò fu il passaggio in più ospedali dei pazienti malati in cerca del test, favorendo in questo modo il numero dei contagi. Terminata l’emergenza Mers, il Paese varò alcune leggi specifiche atte a eliminare quei passaggi burocratici che erano stati all’origine della disorganizzazione precedente.
Mascherine garantite dal Governo
Ogni settimana ciascun cittadino può fare affidamento su due mascherine (a prezzi calmierati), con le farmacie che vengono rifornite dallo stesso Governo. Le persone si presentano in farmacia con la semplice carta d’identità e ottengono quanto gli spetta per legge.
“Avete preso sottogamba la situazione”
La traduttrice di Seul intervistata dal Corriere ha sottolineato che l’Italia ha preso sottogamba la situazione all’inizio. Leggendo le notizie che giungevano dal Paese, la traduttrice ha affermato di aver trovato fuori da ogni logica il fatto che in Italia il Coronavirus fosse stato paragonato a una semplice influenza.
La cultura degli abitanti della Corea del Sud
Un altro elemento fondamentale per comprendere il modello della Corea del Sud è capire la cultura dei suoi abitanti. La traduttrice sudcoreana ha spiegato che loro sono sempre molto maniacali nel prendere qualsiasi precauzione, indossando la mascherina anche se hanno un raffreddore come forma di rispetto per gli altri. Ha poi raccontato che in Corea del Sud in genere gli abitanti non si toccano ed escono di rado, senza mai trascurare il rischio di contagio.
Mappatura completa di tutti i casi
Al resto hanno pensato tecnologia e Big Data. Nel giro di pochi giorni il Governo è stato in grado di realizzare una mappatura completa dei casi risultati positivi al Coronavirus, rendendo a tutti i cittadini del Paese accessibili i dati tramite un apposito sito web. All’inizio dell’epidemia inoltre tutti potevano avere accesso ai movimenti e alle transazioni effettuate dalle persone positive al Coronavirus scaricando semplicemente l’app Corona 100m. Per noi in Italia questo è ancora fantascienza.
Leggi anche: Coronavirus, nuova lista delle aziende che rimangono aperte e quali chiudono