Oltre 20.000 denunciati in cinque giorni. Da quando è stato decretato lo stato di emergenza da coronavirus e imposto dei divieti per contrastare l’evoluzione dell’epidemia da coronavirus, le forze dell’ordine hanno eseguito migliaia di controlli su persone e attività commerciali che mostra la disinvoltura e leggerezza con cui certa gente sta affrontando il problema.
Nel dettaglio, secondo fonti del Ministero dell’Intero, peraltro in continuo aggiornamento, riferiscono di controlli su oltre 550 mila persone e 250 mila attività commerciali. Nel complesso sono state denunciate alla Procure della Repubblica oltre 20 mila persone per violazione delle norme anti crisi.
Multa e arresto fino a 3 mesi per chi viola le regole
Ma cosa rischia chi viola le disposizioni? Innanzitutto va ricordato che è obbligatorio restare in casa per il periodo di quarantena salvo che per comprovati motivi di lavoro, salute e necessità (fare la spesa, andare in farmacia, raggiungere un familiare, ecc.) che dovranno essere appositamente autocertificati e dimostrati. Per chi viola tali regole di contenimento, previste fino al 3 aprile 2020, è previsto l’arresto fino a 3 mesi e un’ammenda di 206 euro, come prevede l’art. 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) e salvo che il fatto commesso costituisca più grave reato. A prevederlo è l’art. 4, comma 2, del DPCM numero 8 del 3 marzo 2020 per il contenimento del Covid-19.
False dichiarazioni, si rischia da 1 a 6 anni
Qualora dall’autocertificazione risultino false dichiarazioni si rischia poi di incorrere anche nel reato previsto dall’art. 495 del codice penale (falsa attestazione o dichiarazione) che va da uno a cinque anni di reclusione. Pertanto autocertificare che si sta andando in farmacia e poi si viene scoperti che si è andati allegramente a spasso con amici comporta anche la commissione di un altro reato più grave che si andrà a sommare al primo, previsto dall’art. 650 c.p.
I reati più gravi connessi alla violazione di norme
Pertanto, tutti quelli che violano il contenuto del decreto legge rischiano non solo tre mesi di arresto e una multa di 206 euro, ma anche tutto ciò che è colposamente legato alle conseguenze dirette e indirette del loro comportamento. Si va quindi dai reati per lesioni colpose a quelli contro la salute pubblica che se, commessi consapevolmente e quindi con l’intenzione di cagionare pericolo e danni alla salute altrui, anche mortali, comportano anni di galera se non addirittura l’ergastolo come pena massima. E’ quindi importante rispettare i divieti imposti dal decreto per il periodo indicato dal governo e prestare la massima attenzione a quando si esce di casa per recarsi all’esterno, anche se i confini non sono presidiati o non viene accertata al momento la violazione. Gli accertamenti sono sempre possibili in un secondo momento e a distanza con videocamere.
Il reato di diffusione di epidemia
Nel caso estremo, se una persona in quarantena affetta da COVID-19, anche inconsapevolmente, esce di casa rischia grosso a livello penale. Basta il dolo eventuale, spiega un avvocato. Se non si comunica che si è contagiati o infetti si è automaticamente consapevoli di poter contagiare qualcuno accettando di per sé anche l’evento letale che ne può conseguire. Il reato è ben previsto dal nostro ordinamento giudiziario ed è quello di epidemia (art. 438 c.p.) e si rischia l’ergastolo. Parliamo ovviamente di untore consapevole. Coloro non sanno di avere il coronavirus o altre sindromi, ma che hanno avuto contatti diretti con persone che poi si è scoperto stare male devono comunicare questo all’azienda sanitaria locale, fare il tampone e mettersi in quarantena.