La chiusura delle scuole per emergenza coronavirus impone sempre più il ricorso alle attività didattiche online. In altri tempi ciò non sarebbe stato possibile, ma nel secolo della digitalizzazione delle attività scolastiche (e non solo), il passo da fare non è difficile. Già alcune Università lo fanno e con successo, indipendentemente dallo stato di emergenza nazionale.
La necessità impone quindi l’utilizzo di ogni risorsa disponibile per fronteggiare l’emergenza e non è detto che ciò che oggi può essere una misura temporanea, in futuro possa diventare la regola per molte scuole di ogni ordine e grado.
Spaggiari si organizza
Così, a fronte dell’emergenza Coronavirus, il Gruppo Spaggiari Parma – gruppo leader nella fornitura di servizi e strumenti multimediali per il mondo della scuola – implementa il servizio Aule Virtuali, che permette alle scuole che lo desiderano di gestire e svolgere attività didattica a distanza in piena autonomia. Solo nell’ultima settimana, a seguito della chiusura degli istituti scolastici in diverse regioni per l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, le nuove attivazioni gratuite sono state oltre 600. Il registro elettronico ClasseViva del Gruppo Spaggiari Parma, si legge in una nota, è già stato adottato da 2.500 scuole, tra Istituti Comprensivi e Istituti Superiori, ed è utilizzato da oltre 2 milioni di studenti e famiglie e da più di 400.000 docenti in tutta Italia.
Le lezioni a distanza
Poiché non è dato sapere con certezza fino a quando le scuole italiane resteranno chiuse (al momento il decreto del governo prevede la riapertura il 16 marzo), è arrivato il momento di capire in che modo il sistema dell’istruzione possa funzionare anche a distanza nei momenti più critici. Il banco di prova sarà appunto fornito dal Gruppo Spaggiari, ma non è detto che anche altre scuole si organizzino per conto loro in maniera tale da effettuare lezioni online grazie a delle piattaforme di e-learning, come avviene per le Università telematiche.
Il risvolto della medaglia
Sebbene la strada obbligata per sopperire alla chiusura delle scuole è questa, all’atto pratico il ricorso alle lezioni a distanza è problematico e di difficile attuazione. In primo luogo perché in Italia non c’è la cultura per procedere in questo senso: siamo ancora legati a vecchi principi e usanze. In secondo luogo perché non è sempre agevole mantenere l’attenzione dei ragazzi mentre spiega il professore. Cosa che in un’aula può risulta tare meno difficile che a distanza da casa. E questo è tanto più difficile quanto più l’età dell’alunno è bassa. Insomma la lezione online sarà pure trendy, ma sostanzialmente “difficile” e dai risultati tutt’altro che certi, soprattutto per bambini e ragazzi della primaria e della secondaria di primo grado.