Secondo i dati del World Gold Council, le riserve di oro delle banche centrali sono aumentate di 333,2 tonnellate nei primi sei mesi dell’anno, segnando un incremento del 39% rispetto alla media quinquennale del periodo. A trainare gli acquisti c’è la Thailandia, che quest’anno ha aumentato le sue riserve auree di 90,2 tonnellate. Il paese asiatico è stato duramente colpito dalla pandemia, a causa del collasso accusato dal turismo locale. Ma anche l’India sta facendo la sua parte, se è vero che la sua Reserve Bank all’agosto scorso risultava avere acquistato nel corso dell’anno altre 47,6 tonnellate.
Al momento, nuova Delhi possiede 724,24 tonnellate di oro, pari al 6,4% del valore delle riserve valutarie complessive, stando alle quotazioni del metallo alla fine della settimana scorsa. Ma il balzo percentuale più notevole lo ha compiuto l’Ungheria, che rastrellando 63 tonnellate, ha di fatto triplicato le sue riserve, portandole a un totale di 94,49 tonnellate. Grossi passi in avanti anche in Brasile, dove la banca centrale ha acquistato 53,75 tonnellate, possedendone più di 121. E la Polonia ha da poco annunciato che acquisterà altre 100 tonnellate nel corso del 2022.
La Russia ha ufficialmente interrotto di acquisti nel marzo 2020, in coincidenza con la pandemia. Dal 2012, tuttavia, ha aumentato le sue riserve di oro di circa 1.300 tonnellate, arrivando a detenerne attualmente 2.295. La Cina non aggiorna il suo dato dalla fine del 2019, quando si attestava a 1.948,31 tonnellate, ma gli analisti ritengono che con ogni probabilità già l’ammontare delle sue riserve sia più alto. Indubbiamente, l’Asia è il continente dove la corsa all’oro si mostra abbastanza netta.
Le ragioni della corsa all’oro
Per quale motivo quest’anno le banche centrali stanno correndo a comprare il metallo? Probabile che abbiano inciso i bassi acquisti dello scorso anno, per cui si tratterebbe in molti casi di un semplice recupero.
La corsa all’oro delle banche centrali celerebbe la ricerca di una copertura dai rischi economici e finanziari che queste strategie hanno prodotto. Vagonate di monete fiat continuano ad essere iniettate sui mercati in forma di acquisti di bond e tengono elevatissima la liquidità, al contempo provocando la perdita del potere d’acquisto. Peraltro, il prezzo dell’oro si sta mantenendo piuttosto stabile negli ultimi mesi, arretrando paradossalmente dai quasi 1.900 dollari l’oncia di inizio anno. Meglio approfittare di queste quotazioni ancora relativamente a buon mercato per alzare le riserve e mostrarsi solidi agli occhi degli investitori per il caso in cui la tempesta arrivasse davvero.