Oggi si fa un gran parlare di divieto di cumulo tra redditi di lavoro con redditi di pensione. La Quota 103, come prima di essa la Quota 100 o la Quota 102, non permettono al pensionato di continuare a lavorare dopo essere andati in pensione. Lo stesso nel 2024 accade per chi va in pensione con l’APE sociale.
A dire il vero, il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo è ammesso. Resta però il vincolo che non riguarda molte altre misure.
Parliamo del versamento dei contributi. Infatti per i lavori successivi alla pensione non decade l’obbligo di versare contributi. In questo caso come si fa a farli valutare nella pensione? Oggi parliamo di supplemento di pensione. Uno strumento che, come vedremo, può servire a tanti.
“Buonasera, sono in pensione dal 2020. Dopo il pensionamento, ho continuato a lavorare nella mia attività di ristorazione fino a dicembre 2023, quando ho ceduto tutto a mia figlia. Volevo capire come devo fare adesso per far valutare dall’INPS gli oltre 3 anni di contributi che ho continuato a versare. Grazie mille e distinti saluti.”
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Cosa accade se versi contributi dopo la pensione? Ecco la guida al supplemento
Andare in pensione e continuare a lavorare per molti lavoratori, soprattutto autonomi, è una cosa abbastanza comune. Partiamo dal concetto che i contributi versati anche successivamente alla data del pensionamento, non vanno persi. Perché anche se già liquidata la pensione, questa non è congelata e può essere ricalcolata.
Lo strumento utile per chi si trova in una di queste condizioni è quella del supplemento di pensione. Uno strumento che il pensionato può usare, ma rispettando le regole previste dall’INPS e spiegate nel portale istituzionale della nostra Previdenza Sociale.
Più soldi sulla pensione grazie al supplemento
Il fatto che i contributi versati dopo il pensionamento non siano stati utilizzati per il calcolo della pensione è oggettivo. Perché sono postumi la data di decorrenza del trattamento. Se alla data del pensionamento un contribuente aveva maturato 30 anni di contributi, ha preso una pensione calcolata proprio su questi 30 anni. Se poi ne versa altri 3, la pensione deve essere ricalcolata. E il supplemento di pensione permette di ottenere un incremento della pensione alla luce dei nuovi accrediti di contribuzione previdenziale.
Soldi in più sulla pensione, a meno che il trattamento erogato in passato non sia integrato al minimo con le maggiorazioni. In questo caso è probabile che l’eventuale aumento dovuto alla nuova contribuzione versata sia assorbito già dall’integrazione precedentemente percepita.
Le regole per sfruttare lo strumento che aumenta il trattamento percepito
Il supplemento di pensione non è automatico ma deve essere il pensionato a produrre istanza all’INPS. Ma non si può fare sempre. Bisogna rispettare le regole. Innanzi tutto devono essere trascorsi 2 anni dalla data di pensionamento. E soprattutto, il pensionato deve aver raggiunto già i 67 anni di età, ovvero la soglia anagrafica dell’età pensionabile.
Il supplemento può essere richiesto ogni 2 anni se proseguono i versamenti. A meno che l’interessato non ricada nella Gestione Separata. Perché le regole in questo Fondo previdenziale sono diverse. Nella Gestione Separata il primo supplemento può sopraggiungere dopo due anni dal pensionamento. Ma i successivi possono essere richiesti dopo 5 anni dal precedente supplemento.
La domanda e come fare sul sito dell’INPS o tramite intermediari autorizzati
Ricapitolando, il supplemento di pensione è un incremento del trattamento precedentemente liquidato. Uno strumento a domanda del pensionato interessato dalla prosecuzione dei versamenti.
Possono usarlo indistintamente tutti gli iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), quelli che hanno versato al FPLD (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti), alle forme esclusive e sostitutive dell’AGO, ai Fondi per artigiani e commercianti e alla Gestione Separata INPS.
Il supplemento di pensione va richiesto all’INPS tramite la solita procedura telematica. Quindi tramite SPID, CIE o CNS. In alternativa si possono usare i patronati, i professionisti abilitati o il Contact Center INPS al numero verde 803 164 che è gratuito da rete fissa o al numero 06 164164 da rete mobile.
sono andato in pensione a settembre 2018 all’età di 63 anni
ho iniziato il lavoro autonomo a gennaio 2019 con ritenuta di acconto
A gennaio 2020 ho aperto P.IVA che ho attualmente in essere in quanto stò ancora lavorando.
volevo chiedere quando posso chiedere l’adeguamento alla mia pensione e quante volte se continua a lavorare ?
Grazie
buonasera, sono un artigiano, ho 24 anni di contributi minimi per legge versati, versati ogni anno e ho raggiunto e superato da cinque mesi i 67 anni. dopo aver richiesto di poter andare in pensione mi è stata rifiutata in quanto no ho raggiunto la cifra minima. Due sono le domande che le vorrei fare e che cortesemente vorrei che lei mi rispondesse.
1) Come è possibile tutto ciò se ho rispettato la legge cioè ho versato quello che mi è stato imposto?
2) Dato che mi hanno detto che devo aspettare i 71 anni e bastano 5 anni di contributi versati per prendere la minima , che fine faranno tutti gli altri 20 anni versati all’inps?
In attesa di una sua risposta in merito la saluto cordialmente.