Cosa c’è da rubare alle colonnine delle auto elettriche? È boom di furti

Le colonnine elettriche sono nel mirino dei ladri: ecco perché tanti furti e quali soluzioni si stanno studiando.
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6 giorni fa
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Foto © Licenza Creative Commons

A Roma e non solo si è scatenata un’ondata di furti che sembra quasi una moda. Le colonnine per la ricarica delle auto elettriche sono diventate un nuovo bersaglio per i ladri. Dalla capitale a Milano, passando per altre grandi città italiane, si moltiplicano i casi di vandalismi e furti legati a queste infrastrutture fondamentali per la transizione energetica. Ma cosa c’è davvero da rubare? E perché questo fenomeno è in crescita?

Con l’aumento del numero di veicoli elettrici in circolazione, sono cresciuti anche gli impianti di ricarica, spesso installati in aree pubbliche o poco sorvegliate. Proprio la posizione isolata e l’assenza di controlli rendono queste colonnine particolarmente vulnerabili.

E non si tratta solo di atti vandalici: dietro molti episodi c’è un vero e proprio mercato parallelo di componenti elettrici.

Boom di furti, cavi e rame nel mirino

Il primo obiettivo dei ladri sono i cavi di ricarica, spesso collegati direttamente alla colonnina, che possono essere rivenduti facilmente o, più frequentemente, smontati per estrarne il rame, metallo molto richiesto e con un valore in continua crescita sul mercato nero. Alcune stazioni sono state smantellate completamente, con furti che hanno causato danni per migliaia di euro. Il rame viene prelevato non solo dai cavi esterni, ma anche dall’interno delle colonnine, dove sono presenti circuiti, trasformatori e cablaggi in rame puro. È un’operazione che richiede una certa preparazione tecnica, segno che spesso non si tratta di furti improvvisati, ma organizzati.

Oltre al rame, i ladri puntano anche ai componenti elettronici interni delle colonnine. Schede di controllo, microchip e interfacce digitali possono essere rivenduti a officine abusive o ad aziende che operano nel mercato grigio.

Alcune colonnine sono dotate di sistemi intelligenti di gestione della ricarica, dotati di connettività e software avanzati: tecnologie costose, che attirano l’interesse dei malintenzionati. Secondo gli operatori del settore, i danni causati da un singolo furto non si limitano alla sostituzione dei materiali rubati. Spesso è necessario rimpiazzare l’intera infrastruttura, con costi che possono superare i 5.000 euro a colonnina, a carico dei gestori o, in molti casi, dei Comuni.

Un problema di sicurezza urbana

Il fenomeno è in crescita soprattutto nelle grandi città, dove le colonnine si trovano in zone trafficate di giorno, ma spesso isolate durante le ore notturne. A Roma, ad esempio, si registrano furti ricorrenti nei quartieri semicentrali, con segnalazioni quasi quotidiane. Alcuni residenti denunciano la mancanza di telecamere o vigilanza nei pressi delle infrastrutture.

Il problema ha anche una ricaduta indiretta sui cittadini che utilizzano l’auto elettrica. Le colonnine danneggiate diventano inutilizzabili, riducendo ulteriormente la disponibilità di punti di ricarica, già spesso insufficiente rispetto alla domanda. Il rischio è che il danno tecnico si trasformi in un freno alla diffusione della mobilità sostenibile.

Le possibili contromisure contro i furti

Per contrastare il fenomeno, le aziende che gestiscono le reti di ricarica stanno lavorando su colonnine più resistenti, dotate di sistemi di allarme, blocchi interni e materiali meno appetibili.

Alcuni modelli di nuova generazione hanno cavi retrattili, che vengono riavvolti automaticamente all’interno della struttura dopo l’uso, rendendo il furto più difficile.

C’è anche chi propone un maggior coinvolgimento delle forze dell’ordine e l’installazione di telecamere intelligenti, capaci di rilevare manomissioni in tempo reale. Tuttavia, queste soluzioni comportano costi ulteriori e non sempre possono essere applicate su larga scala. Il boom dei furti alle colonnine, insomma, è un sintomo della necessità di rafforzare la sicurezza urbana in chiave “green”, per proteggere le nuove tecnologie e rendere davvero sostenibile il futuro della mobilità elettrica.

In sintesi.

  • I ladri puntano al rame e ai componenti elettronici delle colonnine di ricarica.
  • I furti causano danni per migliaia di euro e rallentano la mobilità elettrica.
  • Servono colonnine più sicure e controlli più efficaci per contrastare il fenomeno.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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