Cosa c’entra l’Euribor con i rendimenti negativi? E i guadagni con il “roll” dei bond?

Com'è possibile che i rendimenti negativi possano far guadagnare il mercato e a quali condizioni? Abbiamo risposto alle domande di un giovane lettore, incuriosito dal tema delle obbligazioni.
5 anni fa
2 minuti di lettura

Buongiorno Dottor Timpone,

sono uno studente della facoltà di Economia Aziendale, ho trovato il suo indirizzo email a margine di un suo articolo grazie ad una ricerca su Google poiché incuriosito dal rendimento negativo delle obbligazioni. Le scrivo per chiederle se le è possibile darmi una delucidazione su un passaggio del suo articolo che non mi è chiaro. L’articolo è il seguente: https://www.investireoggi.it/guadagnare-con-i-rendimenti-negativi-della-germania-ecco-come/. Come lei spiega nell’esempio, ipotizza l’acquisto da parte di un potenziale investitore di un Bund con scadenza Febbraio 2028. Le mie domande sono le seguenti: 1) la prima forse banale, la offenderà ma la rivolgo ugualmente, riguarda il metodo del calcolo del rendimento lordo del titolo pari allo -0.23%; 2) non capisco perché paragonare un Bund con scadenza al 2028 con il tasso Euribor a 3 mesi; 3) non capisco la relazione tra il Bund con scadenza febbraio 2018 e quello con scadenza agosto 2027, come è possibile, se in principio ho acquistato il Bond che scade a posteriori, come posso “relazionare” la vendita di questo prodotto con la quotazione (106,2) di un prodotto diverso perché ha scadenza diversa?

Rispondo con piacere al giovane lettore, iniziando proprio dal concetto di rendimento negativo.

Esso è dato dalla somma tra il tasso cedolare di un’obbligazione e la differenza tra quotazione alla data del disinvestimento o rimborso e quella alla data di acquisto, quest’ultima suddivisa per il numero degli anni intercorrenti tra le due date. Facciamo un esempio: compro un bond a 5 anni con cedola al 9% e prezzo 150. Come calcolo il rendimento? La cedola del 9% deve essere rapportata al prezzo di acquisto per ricavare il tasso effettivo dell’investimento, per cui risulterà pari al 6%. Bisogna, poi, tenere conto che ho acquistato a 150 un titolo che mi verrà rimborsato a 100, per cui alla scadenza riporterò una minusvalenza pari a 50, che suddivisa per 150 (la cifra investita) mi esiterà il -33%.
Suddividendo tale percentuale per i 5 anni, ottengo circa -6,6%. Facendo la differenza tra 6% (cedola) e minusvalenza annua, ricaverò il rendimento dell’obbligazione, pari nel caso di cui sopra al -0,6%.

Per investire in bond conta la cedola, non solo il rendimento

Passiamo agli altri punti: perché raffrontare l’Euribor a 3 mesi con scadenze dei Bund ben più lunghe e le stesse scadenze diverse dei Bund? Gli investitori istituzionali prendono a prestito denaro da controparti finanziarie ai tassi segnalati dall’Euribor alle varie scadenze, da anni tutti negativi. Questo significa che per loro conviene prendere a prestito capitali da investire in titoli, anche tedeschi, il cui rendimento risulti fino a un po’ meno negativo dei tassi (passivi) loro applicati. Se mi prestano denaro al -0,4% e investo in un bond al rendimento del -0,3%, otterrò un margine pari allo 0,1%, per cui anche un rendimento negativo mi farebbe guadagnare.

Effetto “roll” sui bond

Giustamente, il nostro studente si chiede che senso abbia raffrontare tassi con scadenze molto differenti. La risposta sta nel fatto che il mercato non punta ad attendere che le obbligazioni arrivino a scadenza quando si butta in operazioni di natura speculativa, bensì a rivenderle a prezzi più alti alla prima occasione utile. Dunque, se è vero che dovrò restituire il denaro preso in prestito dopo tot mesi, per allora avrò verosimilmente disinvestito, altrimenti rinnoverò il prestito alla scadenza, se le condizioni lo consentono.

E, infine, perché nell’articolo di cui sopra ho raffrontato scadenze di Bund tra loro di un anno differenti? Se la curva dei rendimenti resta invariata, un titolo con scadenza residua pari a 8 anni tra 12 mesi sarà di 7 anni. Poiché oggi un Bund a 8 anni rende il -0,725% e uno a 7 anni il -0,78%, tra un anno il primo dovrebbe scendere ancora di rendimento e salire, quindi, di prezzo (effetto “roll”).

Se, poi, la curva si sgonfiasse, il rendimento scenderebbe ancora di più con il passare dei mesi, accorciandosi la durata residua, consentendo all’investitore di realizzare plusvalenze maggiori. Spero di avere meglio chiarito le idee sul punto.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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