Il bonus 200 euro è forse una delle misure più importanti contenute all’interno del Decreto Aiuti. Sicuramente il più discusso in questi giorni.
Il bonus, come ormai sappiamo, consiste in un contributo pari a 200 euro a favore di lavoratori (dipendenti e autonomi), pensionati; ma anche disoccupati e percettori di reddito di cittadinanza con un reddito inferiore a 35 mila euro.
Il problema è che, secondo molti analisti, questa misura non è di certo sufficiente a far fronte all’impennata dei prezzi delle materie e dell’energia.
Il bonus 200 euro serve a poco, copre soltanto il 10% dei rincari
Unimpresa ha da poco pubblicato sul proprio sito un comunicato stampa con il quale viene mostrata una delle più grandi criticità del bonus 200 euro. L’importo di questo contributo, per farla breve, è davvero troppo esiguo, a fronte di un aumento dell’inflazione enorme.
Unimpresa, pur sostenendo che si tratta di una misura giusta, ha anche dichiarato che l’incentivo è troppo basso, definendolo come “un sollievo momentaneo e comunque non sufficiente a coprire gli aumenti dei prezzi”.
“Con l’inflazione al 6,5 per cento già adesso, si legge nel comunicato, ogni famiglia dovrà spendere circa 1.950 euro l’anno in più. I 200 euro annunciati dal governo (…) coprono solo il 10 per cento della spesa in più provocata dall’inflazione e quindi dall’aumento di tutti i prezzi”.
Il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, ha dichiarato che “servono interventi economici non solo più importanti, ma servono soprattutto interventi strutturali che siano stabili e durino nel tempo”.
La speranza è che questa misura possa essere soltanto il primo passo verso interventi più significativi.
Ricordiamo infine che il bonus 200 euro è stato finanziato senza bisogno di ricorrere ad alcuno scostamento di bilancio, ma aumentando la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche, già introdotta dai provvedimenti precedenti.