Cosa deve fare a 67 anni chi è andato in pensione a 63 anni

Cosa deve fare a 67 anni chi è in pensione da 63 anni perché ha goduto del privilegio dell'APE sociale in precedenza.
2 anni fa
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Pensioni Ape sociale, si può fare domanda già adesso per chi ci va a gennaio o febbraio?
Foto © Pixabay

Ci sono alcune misure pensionistiche che non durano in eterno e che si fermano in determinate circostanze. E non parliamo solo di prestazioni per invalidi, di quelle che sono assoggettate a visita periodica per la loro conferma. Moltissimi contribuenti italiani hanno lasciato il lavoro in questi anni con l’anticipo pensionistico sociale. Introdotta in via sperimentale dal primo maggio 2017 al 31 dicembre 2018, la misura è stata confermata di anno in anno e vale fino al 31 dicembre prossimo. Ma si tratta proprio di una misura a scadenza.

Infatti l’Ape sociale è una misura che viene erogata a partire dai 63 anni di età, ma non può andare oltre i 67 anni compiuti. Ma cosa fare una volta terminato l’anticipo pensionistico?

“Salve, mi chiamo Andrea e dal 2019 sono in pensione con l’Ape sociale. Ma a maggio compio 67 anni di età e da quanto ho capito, la prestazione si fermerà. Cosa devo fare per continuare a prendere una pensione?”

Prima l’Ape sociale, poi la pensione ordinaria, ecco cosa deve fare a 67 anni chi è andato in pensione a 63 anni

Niente di strano per quanto riguarda l’Ape sociale che si ferma a 67 anni. La misura, come dicevamo, nata nel 2017 e ancora oggi in vigore, non fa altro che permettere di ricevere un assegno di prepensionamento da parte dell’INPS. Un assegno calcolato come importo, in base ai contributi versati alla data di uscita. Possono sfruttare ancora oggi come in passato, questa opportunità, quanti si trovano con almeno 63 anni di età e appartengono a determinate categorie. E naturalmente, si tratta di soggetti che hanno raggiunto una determinata carriera contributiva, variabile in base alle categorie di appartenenza. Nello specifico e in sintesi, possono andare in pensione con l’Ape sociale:

  • I disoccupati con almeno 30 anni di contributi versati e almeno 63 anni di età;
  • Gli invalidi con almeno 30 anni di contributi versati, almeno 63 anni di età e una disabilità pari o superiore al 74%;
  • I caregiver, con almeno 30 anni di contributi versati, almeno 63 anni di età che da almeno 6 mesi assistono un familiare stretto, convivente e disabile con invalidità pari o superiore al 74%;
  • Gli addetti ai lavori gravosi, con almeno 36 anni di contributi versati (edili e ceramisti 32 anni), almeno 63 anni di età e attività gravosa svolta per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7.

Come funziona l’Ape sociale nel dettaglio

La misura è una sorta di reddito ponte che accompagna i lavoratori alla quiescenza ordinaria.

La misura non prevede assegni familiari, maggiorazioni sociali, integrazioni, tredicesima e non si indicizza al tasso di inflazione. Inoltre non è reversibile a causa di prematuro decesso del pensionato. La misura non eroga un assegno superiore a 1.500 euro al mese e termina con il compimento dei 67 anni di età. Pertanto, il mese precedente il raggiungimento di questa età, l’interessato, come il nostro lettore, dovrà provvedere a presentare domanda di pensione di vecchiaia. Infatti al compimento dei 67 anni di età la prestazione cessa di essere erogata e l’interessato non percepirà nessun assegno se non provvede a presentare domanda di pensionamento ordinario. Ecco cosa deve fare a 67 anni chi è in pensione dall’età di 63 anni grazie all’Ape sociale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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