Introdotta per la prima volta nel 2023 e successivamente prorogata (l’ultima proroga è nella legge di bilancio 2025), “Quota 103” è una misura di pensionamento anticipato. Permette a lavoratori con 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni. L’idea alla base di “Quota 103” è quella di offrire un’opzione alternativa a lavoratori che desiderano andare in pensione prima, ma il bilancio finora è meno roseo di quanto previsto.
Stando ai dati recentemente forniti, “Quota 103” è stata adottata da un numero limitato di lavoratori. Si parla di circa 1.600 domande ricevute, un numero nettamente inferiore rispetto alle aspettative. Secondo il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, le ragioni di questa bassa adesione sono diverse e legate sia agli aspetti economici sia a caratteristiche strutturali della misura stessa.
I principali problemi di “Quota 103”
Uno dei principali ostacoli che rende “Quota 103” poco vantaggiosa è il sistema di calcolo contributivo applicato a chi sceglie di aderire. Il metodo contributivo calcola la pensione in base ai contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa. Questo metodo penalizza soprattutto chi ha una carriera con salari più bassi o discontinuità contributive, poiché l’importo della pensione risulta inferiore rispetto a quanto si otterrebbe con un calcolo misto o retributivo.
Inoltre, “Quota 103” impone un importo massimo di pensione percepibile fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. Fino ai 67 anni, infatti, il beneficiario di “Quota 103” non può percepire una pensione completa ma deve sottostare a un tetto massimo, con un importo che risulta spesso insufficiente a garantire la stessa sicurezza finanziaria di chi rimarrebbe al lavoro. Questa limitazione, volta a contenere i costi per il sistema previdenziale, costituisce però un forte deterrente per molti lavoratori che considerano l’opzione di pensionamento anticipato.
La questione dei coefficienti di trasformazione
Un ulteriore fattore che rende “Quota 103” meno appetibile è legato ai cosiddetti coefficienti di trasformazione, che determinano l’importo della pensione in base all’età del pensionato.
Aderendo a “Quota 103”, il lavoratore decide di ritirarsi dal mondo del lavoro a 62 anni, rinunciando quindi agli incrementi nei coefficienti di trasformazione che si otterrebbero posticipando il pensionamento. Questo si traduce in un assegno mensile più basso, che per molti non compensa la scelta di andare in pensione anticipata.
C’è poi da considerare, dalla versione 2024, il c.d. bonus Maroni (confermato anche per il 2025). Ossia, l’incentivo in busta paga per chi decide di rimanere a lavoro nonostante abbia i requisiti per la Quota 103. Da precisare che trattasi di opzione. Nel senso che chi vuole questo bonus deve fare specifica richiesta.
Quota 103 e le conseguenze sul sistema pensionistico
Nonostante la proroga al 2025 di Quota 103, l’esperienza di questa forma di pensione anticipata solleva diverse questioni sulla sostenibilità e sull’efficacia. Il basso tasso di adozione suggerisce che le misure di riforma pensionistica devono tenere conto non solo dei requisiti anagrafici e contributivi. Ma anche delle aspettative economiche dei lavoratori. L’idea di andare in pensione prima degli altri è allettante, ma non a qualsiasi prezzo.
In prospettiva, per incentivare realmente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, sarebbe necessario un modello che contempli un adeguamento nei coefficienti di trasformazione e che non penalizzi economicamente chi opta per il pensionamento anticipato. In alternativa, sarebbe opportuno considerare agevolazioni fiscali o incentivi economici per bilanciare l’impatto del calcolo contributivo.
Riassumendo…
- Quota 103 permette pensionamento a 62 anni e 41 anni di contributi.
- La manovra di bilancio 2025 la proroga ancora per un altro anno.
- Scarso successo per limitazioni economiche e calcolo contributivo sfavorevole.
- Tetto pensionistico temporaneo penalizza chi accede prima dei 67 anni.
- Coefficiente di trasformazione riduce ulteriormente l’importo della pensione anticipata.
- Meno conveniente rispetto ad altre opzioni di pensionamento anticipato.
- Serve una riforma pensionistica più equilibrata per garantire sostenibilità e convenienza.