Vediamo cosa succede se aumento dei contagi Covid-19 e la guerra in Ucraina bloccano la riforma delle pensioni. E, di conseguenza, quali regole varranno o che comunque potrebbero essere valide il prossimo anno. Ovverosia, nel 2023 che, al pari del 2022, rischia di essere in tutto e per tutto un anno ponte.
Su cosa succede se aumento dei contagi Covid-19 e la guerra in Ucraina bloccano la riforma delle pensioni la domanda è d’obbligo. In quanto attualmente, proprio a causa della guerra in Ucraina, il dialogo tra il Governo italiano ed i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil è interrotto.
Cosa succede se aumento contagi e la guerra in Ucraina bloccano la riforma delle pensioni. Quali regole varranno il prossimo anno ponte?
Su cosa succede se aumento dei contagi Covid-19 e la guerra in Ucraina bloccano la riforma pensioni, inoltre, c’è da dire pure un’altra cosa. Ovverosia, che non c’è più tempo per inserire l’impalcatura della riforma delle pensioni nel Def. E questo proprio perché la guerra in Ucraina ha stravolto l’agenda di Governo.
Nel dettaglio, c’è il rischio che salti o che slitti la pensione di garanzia dei giovani. Ed anche l’istituzione di misure strutturali per il pensionamento anticipato dal 2023. Ecco cosa succede se aumento contagi Covid-19 e la guerra in Ucraina bloccano la riforma delle pensioni. Così come è a rischio pure il rilancio della previdenza complementare unitamente a misure di tutela previdenziale per le donne e per i giovani lavoratori.
Quali regole varranno il prossimo anno ponte per andare in pensione?
Se la riforma delle pensioni dovesse davvero saltare o comunque slittare, la Quota 102 potrebbe essere prorogata per il 2023. Questo è quanto potrebbe succedere. Ma potrebbero anche arrivare buone notizie per le lavoratrici dipendenti e per le lavoratrici autonome. Attraverso l’Opzione Donna strutturale.