Tutte le cose che non ci dicono sulle pensioni e perché mentre si lavora è importante stare attenti

Non basta lavorare e accumulare i contributi per poter andare in pensione perché, quando si presenta la domanda, possono spuntare sorprese
2 anni fa
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pensione

Alla fine della carriera lavorativa, quando si arriva a un’età utile o alla soglia minima di anni di contributi versati, al lavoratore spetta la pensione. Questa è la regola generale valida per tutti i lavoratori. La pensione diventa l’obiettivo della vita, o il sogno di quanti – stanchi di lavorare – pretendono il meritato riposo. Purtroppo però ci sono alcune sfaccettature del sistema previdenziale che a volte impediscono di accedere alla pensione, nonostante i requisiti siano stati raggiunti. Questo è il caso di un nostro lettore che ha trovato una brutta sorpresa quando ha presentato la domanda all’INPS.

 

“Buonasera, mi chiamo Egidio e sono un camionista di 63 anni di età. Ormai vado verso i 40 anni di contributi versati, e sono già due volte che subisco la delusione di non poter andare in pensione, nonostante una carriera così lunga. Ho provato con la quota 100 lo scorso anno e niente. Ho riprovato con l’Ape sociale e anche in questo caso niente. Mi dicono che non ho una carriera adatta per accedere a tali misure. L’INPS in pratica mi risponde che non riesco a completare tutti i requisiti previsti. Eppure per la quota 100 bastavano 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, cosa che io nel 2021 avevo maturato. E quest’anno per l’Ape sociale, siccome sono camionista, pensavo di aver diritto alla pensione per via del mio lavoro. 63 anni di età e 38 anni di contributi versati, l’attività di camionista come lavoro gravoso e quindi mi sentivo in una botte di ferro. Invece niente. Perché tutto questo?”  

Età, contributi ma anche altri nuovi requisiti, ecco cosa serve per andare in pensione  

ape sociale
I motivi per cui a un lavoratore può essere negata la pensione sono davvero molteplici. La reiezione di una domanda di pensione quasi sempre dipende dal mancato rispetto dei requisiti previsti per una determinata misura pensionistica.

Avere una carriera che sembra idonea ma invece non lo è, non è raro nel mondo del lavoro. È una cosa che accade spesso anche perché i requisiti pensionistici di ogni singola misura prevista dal sistema, non si basano solo su età e contributi. Ci sono tanti altri requisiti da possedere, soprattutto quando si parla di pensioni anticipate. Bisognerebbe avere maggiori informazioni per rispondere con precisione al nostro lettore. Servirebbero le copie delle lettere di reiezione delle domande presentate dallo stesso. Infatti i motivi delle bocciature delle domande possono essere molteplici. Da quello che ci scrive però il nostro lettore, non è difficile azzardare due ipotesi che probabilmente hanno spinto l’INPS a respingere entrambe le domande presentate in questi due anni. Reiezione delle domande che gioco forza lo costringeranno a lavorare ancora diversi anni per poter accedere alla pensione. 

OK al lavoro gravoso per l’Ape sociale, ma non sempre basta

Nel 2022 il nostro lettore avendo compiuto 63 anni di età e avendo superato i 38 anni di contributi versati ha pensato di aver raggiunto i requisiti per l’Ape sociale. Ed effettivamente come età e contributi ci siamo, i due requisiti sono entrambi superati. Inoltre lavorando come camionista, una delle attività di lavoro gravoso previste per l’Anticipo pensionistico sociale (Ape è acronimo di Anticipo pensionistico), la convinzione nel nostro lettore è aumentata a dismisura. Ma in materia pensionistica usare il condizionale è obbligatorio dal momento che a volte basta un cavillo o un requisito non centrato per mandare a monte il progetto di pensionamento. E per il nostro lettore non vediamo altra giustificazione al fatto che gli abbiano respinto la domanda di pensione se non quella del lavoro gravoso. L’attività lavorativa gravosa infatti deve essere stata svolta in 6 degli ultimi 7 anni di lavoro o i 7 degli ultimi 10 anni. Evidentemente il nostro lettore non ha completato questo ulteriore requisito.

Infatti, è probabile che il fatto che svolga il lavoro di camionista non sia sufficiente.

 
Perché la quota 100 è negata nonostante i 62 anni di età e 33 anni di contributi versati 

Il nostro lettore però ha provato a presentare domanda anche nel 2021. In quella occasione ha provato con la quota 100. E anche per questa domanda la risposta dell’INPS è stata negativa. Paradossalmente, come accaduto nel 2022 anche nel 2021 il lettore aveva maturato età e contributi utili alla misura. Infatti aveva oltre 38 anni di contributi versati e già 62 anni di età. In questo caso, sempre per ipotesi, ma è l’unica che si può considerare valida, l’INPS ha respinto la domanda per la carenza di contribuzione effettiva. Infatti, oltre a completare 38 anni di contributi versati, gli interessati alla quota 100 devono anche completare 35 anni di contributi effettivi. Evidentemente è in questo che il lettore è carente. Avrà periodi di disoccupazione o malattia superiori al limite consentito, a tal punto che non ha 35 anni di contribuzione effettiva.  

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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