Covid 19 e crollo consumi: buco da 52 miliardi, settori colpiti

Secondo Confcommercio le chiusure potrebbero portare ad un crollo dei consumi di 52 miliardi, una ripartenza solo ad ottobre.
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5 anni fa
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L’emergenza coronavirus ha portato alla chiusura della maggior parte delle attività produttive, tranne che quelle considerate essenziali, per cui il Governo ha dovuto fronteggiare il dilagare del covid 19 con misure molto restrittive. Secondo Confcommercio le chiusure, soprattutto se dovessero protrarsi nel tempo, potrebbero portare ad un crollo dei consumi di 52 miliardi.

Gravi effetti sull’economia italiana 

A rimetterci saranno in particolare tutte quelle attività del terziario, come commercio, turismo, servizi, trasporti e professioni. A resistere solo il comparto alimentare che a causa dell’emergenza ha subito un aumento del 4,2%.

Confcommercio ha stimato che di questo passo non è irrealistico pensare che il paese potrebbe tornare alla normalità solo ad ottobre e tutto ciò sarebbe un grave danno per alcuni settori come quello dei trasporti e alberghi e ristoranti che hanno già subito dei cali, rispettivamente, del -12,7% e -21,6%. 

Partenza ad ottobre e settori colpiti

Il timore di una partenza ad ottobre è fondato secondo Confcommercio, che non solo stima perdite per 52 miliardi ma anche un Pil in calo del 3%. I settori più colpiti saranno alberghi e ristorazione che potrebbero perdere 23,4 miliardi di consumi nel 2020, trasporti e acquisto autoveicoli, con una perdita di 16,5 miliardi, cultura e tempo libero, 8,2 miliardi, e abbigliamento, 6,6 miliardi. 

Inizialmente le stime di Confcommercio erano propense per una partenza a giugno con una perdita di 18 miliardi di consumi ma la situazione più realistica porta più verso il mese di ottobre. 

La situazione drammatica è stata colta anche dal Codacons: ”L’emergenza coronavirus rischia di determinare un crollo generalizzato dei consumi pari a quasi -2000 euro a famiglia, con danni inimmaginabili per l’economia nazionale. La contrazione degli acquisti sarebbe pari a -862 euro a cittadino residente, e coinvolgerebbe in particolar modo i servizi come turismo, trasporti, cultura e ristorazione, settori per i quali il giro d’affari può ridursi fino a un quinto (-20%); al contrario comparti come alimentari e sanità registreranno a fine 2020 una sostanziale crescita della spesa’‘.

Secondo l’associazione le restrizioni imposte determineranno una contrazione della spesa pari -1.994 euro a famiglia che porterà ad un vero e proprio crollo dei consumi.

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