Sulla differenza tra reddito concordato e reddito dell’anno precedente, i forfettari così come i soggetti ISA possono applicare un’imposta sostitutiva. In tal modo il Governo ha deciso di rendere ancora più attraente il concordato preventivo biennale. Per i forfetari l’imposta sostitutiva è al 10%. Per chi è nei primi 5 anni di attività addirittura scende al 3%. Dunque la convenienza ad aderire alla proposta del Fisco c’è.
Con la circolare n°18/2024, l’Agenzia delle entrate ha spiegato come si applica effettivamente l’imposta sostitutiva con alcuni esempi.
Vediamo nello specifico come funziona l’imposta sostitutiva applicata al CPB forfettari.
Il CPB per i forfettari e l’imposta sostitutiva
Il decreto di riforma fiscale che ha introdotto il CPB anche per i forfettari (vedi D.Lgs 13/2024), all’art.31 bis prevede una premialità per chi accetta la proposta reddituale del Fisco.
Nello specifico, è prevista una tassazione sostitutiva sul maggior reddito concordato per i soggetti che sono in regime forfetario.
In particolare, in base alle indicazioni di cui alla circolare n°18/2024, il nuovo regime di tassazione sostitutiva prevede che:
- per i periodi di imposta oggetto del concordato,
- i contribuenti che aderiscono alla proposta dell’Agenzia delle entrate
- possono assoggettare a un’imposta sostitutiva delle imposte sul reddito, addizionali comprese, la parte di reddito d’impresa o di lavoro autonomo derivante dall’adesione al concordato che
eccede il reddito effettivo dichiarato nel periodo d’imposta antecedente a quello cui si riferisce la proposta.
Nella circolare in parola viene riportato il seguente esempio:
un contribuente che esercita attività di Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande applica il regime forfetario di determinazione del reddito con la previsione di
un’imposta sostitutiva calcolata con aliquota del 15per cento; per il periodo d’imposta 2023 dichiara un reddito d’impresa pari a 24.000 euro, in quanto al complesso di ricavi di
60.000 euro applica il coefficiente di redditività del 40 per cento; il reddito da prendere a base della proposta di CPB per il periodo d’imposta 2024 è dunque pari a 24.000, a fronte del quale viene proposto un reddito da concordare di 24.900 euro; sulla base di tali dati, per il periodo d’imposta 2024, la parte di reddito d’impresa derivante dall’adesione al concordato che eccede il reddito effettivo dichiarato nel periodo d’imposta antecedente a quello cui si riferisce la proposta risulta essere pari a 900 euro (24.900 – 24.000).
CPB forfettari. Tassazione agevolata al 10%
Per il periodo d’imposta 2024, il contribuente di cui all’esempio, potrebbe pagare l’imposta sostitutiva sul reddito eccedente pari a 900 euro applicando l’aliquota del 10% e versare un importo pari a 90 euro. L’aliquota è del 3% per i forfettari in fase di start-up.
Nella circolare n° 18 sul CPB è stato spiegato anche come si applica la sostitutiva in ipotesi di rinnovo del concordato preventivo. Ipotesi che al momento per i forfettari è solo teorica posto che a oggi il CPB per tali soggetti vale solo per il 2024. In via sperimentale.
A ogni modo, in caso di rinnovo del concordato, per l’individuazione dell’eccedenza di reddito che può essere assoggettata a imposta sostitutiva, si assume quale parametro di riferimento il reddito dichiarato secondo le ordinarie modalità previste per i contribuenti forfetari nel periodo d’imposta antecedente a quelli di rinnovo.
Nel caso di rinnovo dopo il primo anno d’imposta oggetto di concordato, il periodo d’imposta da considerare come riferimento è, pertanto, il 2024.
Più nello specifico, in ipotesi di rinnovo, l’imposta sostitutiva si applicherà sulla differenza tra tra reddito concordato per il periodo d’imposta 2025 e reddito d’impresa o professione relativo al periodo d’imposta 2024.
Come reddito 2024 si prenderà a riferimento quello effettivo e non quello concordato.
Nel complesso i forfettari hanno diversi vantaggi sul CPB.
Come si versa l’imposta sostitutiva CPB forfettari?
L’imposta sostitutiva in parola deve essere versata alle ordinarie scadenze. Dunque per i forfettari 30 giugno o 30 luglio con maggiorazione.
Per effettuare i versamenti servono i codici tributo da indicare in F24.
Ebbene, nella giornata di ieri, l’Agenzia delle entrate ha pubblicato la risoluzione n° 48/2024.
I forfettari dovranno utilizzare i seguenti codici tributo.
- “4072” denominato “CPB – Soggetti forfetari – Maggiorazione acconto imposte sui redditi – Art. 31, comma 2, lett. a), del d.lgs. n. 13 del 2024”
- “4073” denominato “CPB – Soggetti forfetari – Imposta sostitutiva di cui all’articolo 31-bis del d.lgs. n. 13 del 2024”.
Tali codici dovranno essere indicati nella sezione “Erario” del modello F24, in corrispondenza degli “importi a debito versati”, con l’indicazione nel campo “Anno di riferimento”, dell’anno d’imposta cui si riferisce il versamento, in formato “AAAA”.
Il codice tributo 4072 fa riferimento alla maggiorazione sugli acconti pari al 10% ovvero al 3% della differenza, se positiva, tra il reddito concordato e quello di impresa o di lavoro autonomo dichiarato per il periodo d’imposta precedente. L’imposto versato sarà scalato dal saldo della suddetta imposta sostitutiva.
Riassumendo…
- Anche i forfettari potranno sfruttare i vantaggi del CPB;
- il CPB forfettari premia i contribuenti con un’imposta sostitutiva;
- la sostitutiva si applica sulla differenza tra reddito concordato e reddito effettivo dell’anno precedente.