Il concordato preventivo biennale (CPB) rappresenta una significativa opportunità per i contribuenti che desiderano regolare le proprie posizioni tributarie in anticipo. Garantendo così una maggiore trasparenza e certezza nelle relazioni con l’Agenzia delle Entrate.
Il legislatore ha previsto delle scadenze precise per aderire a questa forma di concordato. Sono previste, infatti, regole specifiche che variano leggermente per il primo anno di applicazione, ossia il 2024.
Concordato preventivo (CPB): scadenza per il 2024 e gli anni successivi
Per il primo anno di applicazione del CPB, la scadenza per l’adesione è stata fissata al 31 ottobre 2024 (scadenza del Modello Redditi 2024 anno d’imposta 2023).
Questa data è stata stabilita come una deroga temporanea rispetto alla scadenza ordinaria, che per gli anni successivi sarà invece il 31 luglio. La necessità di una deroga è spiegata dalla fase di avvio del nuovo sistema e mira a concedere più tempo ai contribuenti per adeguarsi a questa novità normativa. Tuttavia, è importante sottolineare che la scadenza del 31 ottobre 2024 è perentoria: non ci sarà alcuna possibilità di adesione tardiva per chi manchi questa data.
La natura perentoria della scadenza
Come evidenziato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 18/E/2024, la scadenza del 31 ottobre per il 2024 deve essere considerata tassativa. In applicazione di detto principio, anche se la stessa Agenzia nella menzionata circolare, questa puntualizzazione chiarisce che, contrariamente a quanto avviene per altri adempimenti fiscali, per il concordato preventivo biennale non si applica la possibilità di sanare ritardi tramite la cosiddetta “dichiarazione tardiva.” Ossia, quella non presentata entro il 31 ottobre ma entro i 90 giorni successivi pagando la sanzione di 25 euro.
Di conseguenza, coloro che non aderiscono al CPB entro il 31 ottobre 2024 non potranno in alcun modo aderire con la dichiarazione tardiva entro i 90 giorni successivi. In altre parole, per il concordato preventivo biennale, la scadenza fissata è vincolante e non soggetta a deroghe.
L’impossibilità di rettificare la mancata adesione
Un altro aspetto cruciale da considerare, conseguenza del principio della “tassatività” è l’impossibilità di correggere una mancata adesione al CPB attraverso un modello integrativo successivo.
Se un contribuente non include l’adesione al concordato con il Modello Redditi che deve essere presentato entro il 31 ottobre 2024, non avrà la possibilità di correggere questa omissione in un secondo momento. Anche se, in generale, i contribuenti possono presentare dichiarazioni integrative entro cinque anni dalla scadenza del termine originario, questa opzione non è valida per l’adesione al concordato preventivo biennale.
Concordato preventivo biennale (CPB): non all’integrativa ok alla correttiva
Pertanto, coloro che non aderiscono al CPB entro la data limite non potranno cambiare idea presentando una dichiarazione integrativa successiva entro il 31 dicembre 2029. Questa regola sottolinea ulteriormente la rigidità delle tempistiche previste per il concordato preventivo biennale.
L’unica eccezione a questa rigidità riguarda i casi in cui il contribuente abbia già presentato il Modello Redditi entro la scadenza del 31 ottobre 2024 ma non abbia incluso l’adesione al CPB. In questo scenario, specifica l’Agenzia nella circolare di chiarimenti sul CPB, è possibile rettificare il Modello Redditi presentando una dichiarazione correttiva nei termini.
Riassumendo
- La scadenza per aderire al CPB 2024 è il 31 ottobre, tassativa e inderogabile.
- Non è possibile presentare dichiarazioni tardive per il CPB dopo il 31 ottobre 2024.
- Nessuna adesione al CPB può essere sanata tramite dichiarazione integrativa successiva alla scadenza.
- Correzioni ammesse solo se il Modello Redditi viene rettificato entro i termini previsti.