Crac Rickmers, in fumo bond per 275 milioni di euro

Rickmers Holding va in default su bond high yield da 275 milioni. La quarta compagnia mercantile al mondo è a un passo dal fallimento
7 anni fa
1 minuto di lettura

Rickmers è insolvente. La compagnia tedesca, quarta al mondo, fondata nel 1834 e travolta dall’onda lunga della crisi del settore del trasporto mercantile, ha chiesto al tribunale di Amburgo la protezione verso i creditori non essendo più in grado di onorare le proprie scadenze debitorie. Appesantita da 341 milioni di perdite lo scorso anno e schiacciata da debiti per 1,88 miliardi, Rickmers ha alzato bandiera bianca.

 

In particolare, lo stato di insolvenza riguarda Rickmers Holding, la società che aveva emesso nel 2013 le obbligazioni high yield (275 milioni di euro) e per la quale passano tutte le attività amministrative e finanziarie del gruppo.

Restano fuori quindi le attività industriali, cioè le navi parta containers, che continuano ad operare. Come anticipato lo scorso mese di aprile, il default della holding segue a distanza di pochi mesi quello della Rickmers Maritime Trust di Singapore sulla quale pesavano debiti per 200 milioni di dollari.

 

Bond Rickmers Holding 8,875% 2018 in default

 

Rickmers Group ha tentato invano di ristrutturare i bond proponendo un accordo con i portatori delle obbligazioni Rickmers Holding AG 8,875% 2018 (Isin DE000A1TNA39) per le quali era stato offerto uno scambio con bond subordinati decennali senza cedola emessi da una società lussemburghese non controllata da Rickmers. Il magro accordo, come prevedibile, è stato mal recepito dagli investitori che hanno rifiutato la proposta di Rickmers al punto che anche HSH Nordbank, uno dei maggiori creditori istituzionali del gruppo insieme a Unicredit, ha rigettato la proposta dopo aver iniettato nelle casse della compagnia più di 750 milioni di euro.

 

La ristrutturazione dei bond Rickmers

 

Cosa succederà adesso? L’obbligazione è in default, non pagherà la cedola annuale il prossimo 11 giugno e tratta poco sopra il 4% del valore nominale riflettendo quelle che sono le percentuali di recupero (recovery rate) stilate degli analisti. Cioè per ogni 1.000 euro nominali investiti, si potranno recuperare più o meno 40 euro, sotto diverse forme che possono andare dal pagamento cash all’attribuzione di azioni, altri titoli di debito o un mix di strumenti finanziari.

Potrebbero esserci anche maggiori probabilità in termini percentuali, ma questo dipenderà dall’esito delle trattative che ora si svolgeranno sotto l’egida del tribunale fallimentare di Amburgo che inviterà la società e i creditori a trovare un accordo in continuità per evitare il fallimento e la messa in liquidazione del gruppo navale. Molto dipenderà anche dall’andamento economico della compagnia che nel frattempo continuerà ad operare lungo le rotte e dalla volontà degli obbligazionisti (saranno chiamati a esprimersi per un nuovo piano di ristrutturazione finanziaria presso il tribunale di Amburgo entro sei mesi) a trovare un compromesso per tenere a galla la società.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Articolo precedente

Assunzione in apprendistato, senza limiti di età, nuove agevolazioni, tutte le novità

Articolo seguente

Pignoramento prima casa: attenzione non sempre è vietato