Condizioni ottimali svaniranno
Infine, l’effetto di questi stimoli monetari senza precedenti ha ottenuto il risultato di indebolire l’euro contro le altre valute. Il cambio euro-dollaro è passato da quasi 1,40 del maggio 2014 all’1,10-1,15 di questi mesi.
Tutto questo, lo sappiamo già, prima o poi finirà. E quando le suddette condizioni sui mercati verranno meno, chi non avrà nel frattempo agganciato la ripresa si ritroverà davvero in mezzo a una strada, perché appare difficile immaginare che possa crescere con un quadro macro mutato sfavorevolmente.
Putin vuole prezzo petrolio più elevato
Eppure, gli eventi potrebbero farsi più veloci di quanto previsto. La settimana scorsa, il presidente Vladimir Putin ha incontrato il Principe saudita Mohammed bin Salman, concordando di arrivare a un’intesa per ravvivare le quotazioni del petrolio. Non si è parlato di “congelare” la produzione, ma una qualche risposta dovrebbero darla, nonostante il mercato sia scettico su una qualche soluzione politica.
Ammettiamo che Putin, a capo della prima economia produttrice di energia al mondo, riesca nel miracolo di mettere d’accordo sauditi e iraniani e di concordare un congelamento della produzione di greggio, magari anche un piccolo taglio. Le quotazioni del Brent schizzerebbero verso quei 60 dollari desiderati da Riad e dagli altri principali produttori dell’OPEC. Prezzi energetici più elevati implicherebbero un’accelerazione dell’inflazione, anche se difficilmente quella europea sfiorerebbe il 2% in tempi brevi.