L’Italia ha aderito, insieme ad altri 47 Paesi, alla fase attuativa del “Crypto – Asset Reporting Framework” (CARF). Un “nuovo accordo” di trasparenza fiscale per la raccolta di informazioni sulle transazioni finanziarie operate tramite criptovalute.
La notizia è annunciata dal Ministero dell’economia e delle finanze con un comunicato stampa pubblicato sul proprio portale.
Fino a oggi, il mercato e la circolazione delle cripto ha goduto di una certa riservatezza. Che sicuramente non si sposa con l’esigenze di contrasto all’evasione da parte delle Amministrazioni fiscali nazionali.
Partendo dagli obblighi in capo agli operatori finanziari in ambito nazionale, vediamo quali sono le novità fissate con il “nuovo accordo” sulla trasparenza fiscale delle operazioni aventi a oggetto le criptoattività.
Le criptovalute in Anagrafe tributaria. Gli obblighi per gli operatori nazionali
Gli operatori finanziari, ad esempio le banche, sono tenuti a comunicare all’Anagrafe tributaria – denominata Archivio dei rapporti con operatori finanziari (ex articolo 7, comma 6, del dpr 605/73 – le informazioni sui saldi e sulle movimentazioni dei rapporti attivi.
L’obbligo è stato introdotto dal Dl “Salva Italia” (Dl 201/2011).
Come riportato sul portale dell’Agenzia delle entrate, la comunicazione – effettuata attraverso l’infrastruttura SID, si affianca a quella relativa all’Anagrafe dei rapporti finanziari, regolata dai provvedimenti del 19 gennaio 2007 e del 29 febbraio 2008.
Detto ciò, sull’archivio dei rapporti con operatori finanziari, con il provvedimento del 23 maggio 2022, è stato disposto che sono oggetto di comunicazione anche i rapporti finanziari tenuti: in criptovalute, metalli preziosi, asset finanziari od ogni altra grandezza presa a riferimento per la valutazione, diversa dalle valute a corso legale.
La comunicazione all’Archivio dei rapporti finanziari:
- è mensile ossia,
- devono essere effettuate entro l’ultimo giorno lavorativo del mese successivo.
Il sabato è considerato giorno non lavorativo.
Di recente, l’Agenzia delle entrate ha pubblicato i chiarimenti definitivi sul trattamento fiscale delle cripto-attività.
Criptovalute. Nuovi accordi di trasparenza fiscale, così i paesi si scambiano le informazioni
Quanto abbiano visto finora opera in ambito nazionale.
In ambito internazionale, è notizia di qualche giorno fa che l’Italia ha stipulato con altre 47 nazioni, un nuovo accordo di trasparenza fiscale. Per la raccolta di informazioni sulle transazioni finanziarie operate tramite strumenti digitali.
In tal modo si da il via alla fase attuativa del “Crypto – Asset Reporting Framework” (CARF). Un nuovo framework di trasparenza fiscale per la raccolta di informazioni sulle transazioni finanziarie operate tramite strumenti digitali.
La novità è stata comunicata dal MEF pochi giorni fa.
Come si legge nel comunicato stampa sulle criptovalute
l CARF, predisposto e approvato dall’OCSE su mandato del G20, modifica il sistema plurilaterale di scambio automatico di informazioni attualmente in uso (Common Reporting Standard) con l’obiettivo di favorire, attraverso lo scambio automatizzato di dati tra le amministrazioni fiscali, la trasparenza delle transazioni effettuate in cripto-valute.
Negli ultimi anni lo sviluppo dell’economia digitale ha portato alla diffusione di nuove modalità di investimento (Crypto–Asset) e di nuovi strumenti di pagamento (digital money products) che hanno reso necessaria l’adozione di nuove strategie di controllo per contrastare i rischi di evasione fiscale, di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo (Fonte comunicato stampa MEF).
Con il nuovo accordo i singoli Paesi tra cui l’Italia, si impegnano ad attuare entro il 2027 il sistema di scambio di dati sulle cripto-valute e a promuoverne l’adozione in ambito internazionale.
Tra i paesi che hanno aderito all’accordo, oltre all’Italia, ci sono: Armenia, Australia, Austria, Barbados, Belgio, Belize, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cipro, Corea, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Messico, ecc.
Riassumendo…
- L’Italia ha aderito, insieme ad altri 47 Paesi, alla fase attuativa del “Crypto – Asset Reporting Framework” (CARF);
- l’applicazione generalizzata del CARF migliorerà la tax compliance e il contratto all’evasione fiscale;
- si mira a favorire la massima trasparenza delle transazioni effettuate in criptovalute.