Contratti leasing svantaggiosi
Ma nemmeno nella sfera commerciale, i vecchi amministratori si sono distinti per capacità. I contratti di leasing per gli aerei e quelli per la manutenzione, ad esempio, nell’insieme avrebbero pesato sui conti della compagnia per 96 milioni di euro all’anno in più rispetto a quanto avrebbero dovuto, costando ad Alitalia mediamente fino al +15% della concorrenza.
Annullare i contratti assicurativi unilateralmente potrebbe risultare un’operazione poco complicata per i commissari, se riuscissero a dimostrare che essi avrebbero natura finanziaria, mentre il problema si pone per i contratti di leasing, che non potrebbero essere stracciati dalla mattina alla sera e che richiederebbero semmai una rinegoziazione più favorevole per Alitalia.
Incognita prenotazioni biglietti Alitalia
Per il resto, le scelte operate dal 2008, sotto i “capitani coraggiosi”, appaiono a dir poco demenziali. Alitalia si è integrata con Air One, nel tentativo di creare un vettore domestico forte, ma ha perso quote di mercato anche per i voli nazionali, a tutto vantaggio di compagnie low-cost come Ryanair e Easyjet, che sono passate dal 15% a oltre il 50%. Nel frattempo, la ex compagnia di bandiera è scesa al 41%, mentre detiene appena una quota di mercato dell’8-9% dei voli in Europa, avendo tagliato le rotte a medio e lungo raggio.
Se i costi preoccupano, non va bene nemmeno sul fronte dei ricavi. A fronte della media di 2 milioni di passeggeri al mese, la compagnia ha al momento in attivo 4,9 milioni di biglietti prenotati. Il governo ha stanziato un prestito-ponte da 600 milioni, sufficiente per i commissari ad assicurare l’operatività aziendali per altri sei mesi. E poi? Se lo chiedono anche i passeggeri, che non starebbero prenotando per oltre la stagione estiva, temendo che la compagnia resti a terra.