Crisi Deutsche Bank, derivati sono davvero il problema?

I derivati di Deutsche Bank allarmano il mondo finanziario, ma se alla fine scoprissimo che non siano il vero problema? Ecco i numeri e cerchiamo di capirci meglio.
8 anni fa
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Derivati Deutsche Bank, liquidità sufficiente per copertura rischi?

Ora, ci chiediamo: se le esposizioni effettive di Deutsche Bank sono di 41 miliardi, quali rischi reali corre? Vi abbiamo scritto in un altro articolo, che la liquidità disponibile della banca tedesca è pari a 223 miliardi, pari al 124% del minimo regolamentare imposto. In teoria, quindi, vi sarebbe una copertura più che abbondante delle eventuali perdite subite sul versante dei derivati.

Tutto a posto, dunque? Beh, le cifre vanno anche meglio interpretate e le tensioni sui mercati finanziari di questi mesi non sono solo frutto dell’irrazionalità, bensì pure di una certa opacità mostrata da Deutsche Bank nel redigere i suoi bilanci.

Ad esempio, la valutazione degli assets rientranti nella categoria “Level 3”, quelli tipicamente “illiquidi”, è effettuata al 72% degli assets della categoria Tier 1, quando le principali banche internazionali adottano una stima media del 38%.

Banche USA più esposte a derivati di Deutsche Bank

Il mercato si affida a valutazioni interne per questi assets, essendo molto difficile stabilirne il valore. E dei 28,9 miliardi di Level 3 registrati al termine del secondo trimestre (in netto calo dagli 88 miliardi del 2007), 10,2 miliardi fanno riferimento proprio a derivati poco liquidi.

Se questi sono i numeri, però, davvero sembra una tempesta in un bicchier d’acqua, nel senso che non appaiono realmente preoccupanti, almeno non nel confronto internazionale. Le prime 5 banche USA, tanto per avere un confronto, hanno esposizioni per il 96% del totale dei 250.000 miliardi di valore in contratti derivati stipulati in dollari, di cui JP Morgan spicca con oltre 78.000 miliardi, seguita da City con 56.000 miliardi, Bank of America con 53.000 e Goldman Sachs con 48.000. E le banche americane sono complessivamente esposte verso le controparti tedesche sui derivati per 321.500 miliardi di dollari. (Leggi anche: Banche USA, con elezioni ritorno al passato)

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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