Le dimissioni di Giuseppe Conte hanno aperto ufficialmente la crisi di governo, dopo che nei giorni precedenti Matteo Renzi aveva ritirato le ministre Bellanova e Bonetti dall’esecutivo, oltre al sottosegretario Scalfarotto. In attesa che il Presidente della Repubblica concluda il giro di consultazioni, in rete alcuni utenti si sono domandati cosa succeda ora con i Dpcm firmati dal premier dimissionario e le ordinanze sui colori delle Regioni da parte del ministro della Salute Roberto Speranza: resteranno validi anche ora che Conte si è dimesso?
Cosa dice la Costituzione
Sull’argomento la Costituzione italiana è chiara.
Ecco il testo integrale dell’articolo 77 della nostra Costituzione:
“Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni. I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti”.
Cosa succede adesso
Dunque, l’attuale crisi di governo non ha alcun peso su Dpcm, ordinanze e stato d’emergenza emanati dall’esecutivo Conte II. Fino a quando la crisi non sarà risolta quindi, il premier dimissionario potrà ancora firmare nuovi Dpcm e il ministro della Salute dare il via libera alle ordinanze riguardanti i colori delle regioni. Quest’ultime, ad esempio, sono attese per la giornata di sabato 30 gennaio, dopo il monitoraggio di venerdì, ed entreranno in vigore a partire dalla giornata di domenica 31.
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