Crisi euro: crescita disomogenea nell’area è un grattacapo per Draghi

La crescita economica nell'Eurozona diverge tra Nord e Sud. Adesso, cosa potrà fare Mario Draghi con gli stimoli BCE?
8 anni fa
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Stimoli BCE sotto stress nei prossimi mesi

Viceversa, l’Italia è tra i paesi maggiormente bisognosi di una politica monetaria ancora ultra-espansiva a lungo, non avendo né risanato del tutto i suoi conti pubblici, né agganciato la ripresa economica, né ancora essendo uscita dal rischio deflazione. Come segnalato, la Francia si pone in una situazione intermedia, anche se più tendente al Sud che non al Nord Europa.

Se quanto appena scritto è vero, significa che il governatore della BCE, Mario Draghi, avrà nei prossimi mesi una bella gatta da pelare.

Qualora la divaricazione tra Germania e Italia, per estremizzare il concetto, si accentuasse, con la prima a tendere al target d’inflazione e con una crescita intorno al suo potenziale e la seconda a soffrire di un mix di stagnazione e deflazione in stile giapponese, a chi dovrà rispondere Francoforte?

Guai in vista per Draghi

In teoria, il compito apparirebbe semplice, perché l’istituto deve rispondere non alla singola economia – concetto ribadito nei mesi scorsi per zittire le polemiche tedesche contro i suoi stimoli monetari – bensì all’interesse dell’intera Eurozona. Ma passiamo dalla teoria alla pratica e chiediamoci: cosa potrà fare Draghi, se l’inflazione tedesca segnala di accelerare velocemente e in economie come l’Italia rimane bassa? Accetteranno i tedeschi una crescita tendenziale dei prezzi – supponiamo – del 3%, al fine di consentire alla BCE di mantenere il suo programma di allentamento monetario più a lungo? Se conosciamo bene la linea di Berlino e le sensibilità di cittadini e imprese in Germania, la risposta sarebbe “nein”.

Il governo tedesco e la Bundesbank hanno dimostrato ampiamente di tollerare una politica monetaria e fiscale differente da quella desiderata, a patto di non contrastare con gli interessi dell’economia tedesca. Un rischio inflazione e di destabilizzazione dei mercati, immobiliare in Germania incluso, con stimoli sempre più potenti, non saranno accettati a lungo dal duo Frau Merkel e Wolfgang Schaeuble.

Le pressioni su Draghi cresceranno, perché inizi presto a normalizzare la politica monetaria. Non arriveranno dalla sola Germania, ma anche da altri governi dell’Europa Centrale. E allora saranno dolori per chi, nel frattempo, non sarà nemmeno uscito dalla crisi.

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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