Confronto con febbraio 2014
Nel febbraio 2014, l’occupazione era pari al 55,2% per 22,216 milioni di lavoratori impiegati. Due mesi fa, l’occupazione era salita al 57,3%, pari a 22,765 milioni di impiegati. In valore assoluto, quindi, si registra una crescita di 550.000 posti di lavoro.
Il miglioramento si ha anche per la classe di età tra i 15 e i 24 anni, che ha visto scendere dal 42,3% al 39,2% il tasso di disoccupazione, anche se nel luglio scorso si è avuta una brusca impennata del 2%.
E passiamo agli inattivi, ossia a coloro che non hanno un lavoro e non lo cercano: erano il 36,4% della popolazione attiva a inizio mandato, mentre oggi sono il 35,2%.
Disoccupazione Italia in calo sotto Renzi, ma numeri non sono esaltanti
Riassumendo: sotto Renzi, i disoccupati sono scesi di 360.000 unità, gli occupati sono cresciuti di 550.000 unità e gli inattivi sono diminuiti di 700.000. Il quadro è in miglioramento senza dubbio, anche se non di molto. Si tenga conto che nel frattempo si è registrato un calo di oltre mezzo milione di unità tra la popolazione in età lavorativa, come si evince dalla somma tra occupati, inattivi e disoccupati nei due periodi: si passa dai quasi 40 milioni di persone a poco più di 39,4 milioni. A parità di popolazione in età lavorativa, il tasso di occupazione sarebbe cresciuto solo al 56,6%.
In definitiva, i dati si prestano effettivamente a una doppia lettura, nel senso che mostrano da un lato un miglioramento del nostro mercato del lavoro, ma anche un’elevata componente di inattivi, segno della costante sfiducia degli italiani verso la nostra economia. Meno di due su tre tra i 15 e i 64 anni partecipano al mercato del lavoro, un dato più o meno simile prima e con Renzi.