Crisi MPS, il Tesoro vuole cacciare l’AD Bastianini e la politica fa muro: cosa succede?

Il Tesoro vuole rimpiazzare l'amministratore delegato di MPS, Guido Bastianiani, pur reduce da ottimi risultati economici
3 anni fa
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Tesoro contro AD di MPS, Bastianini

Colpo di scena nella infinita crisi di Banca Monte Paschi di Siena (MPS). Il Ministero di economia e finanze, che possiede poco più del 64% del capitale, sta facendo pressione sull’Amministratore Delegato, Guido Bastianini, affinché rassegni le dimissioni dalla carica. La notizia ha rinvigorito le azioni in borsa dell’istituto, che in settimana guadagnano il 5%, portando la capitalizzazione a circa 950 milioni di euro.

Il “redde rationem” dovrebbe arrivare contestualmente alla riunione del Consiglio di amministrazione del 7 febbraio, quando dovranno essere approvati i conti del quarto trimestre e, dunque, dell’intero 2021.

In quella sede, la presidente Patrizia Grieco potrebbe ritirare le deleghe a Bastianini, il quale subirebbe un’umiliazione apparentemente senza senso. Nei primi nove mesi dello scorso anno, MPS ha maturato un utile netto di 388 milioni. Sebbene il quarto trimestre possa aver chiuso in perdita, il risultato dell’intero esercizio resterebbe nettamente positivo per centinaia di milioni. Peraltro, il deficit prospettico di capitale è stato azzerato.

Insomma, in poco più di un anno e mezzo di lavoro, Bastianini sembrerebbe avere svolto bene il suo lavoro. Tant’è che la politica in questi giorni sta facendo quadrato trasversalmente attorno alla sua figura. Nominato dal Tesoro AD nella primavera del 2020, quando in carica c’era il governo “giallo-rosso”, a schierarsi dalla sua parte c’è il governatore toscano Eugenio Giani, che non si capacita pubblicamente delle ragioni di questo rimpiazzo. Anche Matteo Salvini ritiene che al manager vada riconosciuto il merito di avere prodotto risultati tangibili in breve tempo. Dalle parti del Movimento 5 Stelle, poi, la senatrice Carla Ruocco fa presente che il ministro del Tesoro, Daniele Franco, sarà ascoltato alla Commissione d’inchiesta sulle banche il prossimo 15 febbraio. Apprezzamenti in difesa di Bastianini sono arrivati anche da Leu.

Crisi MPS, le ragioni dello scontro Tesoro-Bastianini

Cosa sta succedendo in casa MPS? In un incontro di pochi giorni fa, pare che il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, abbia chiesto all’AD un passo indietro.

Al suo posto arriverebbe uno tra Fabrizio Palermo, Victor Massiah, Fabio Gallia, Fabio Innocenzi, Alessandro Vandelli e Luigi Lovaglio. Tutti nomi che dovrebbero attirare maggiore fiducia tra gli investitori, a detta del Tesoro, in fase di aumento del capitale da 2,5 miliardi, di cui 900 milioni a carico dei privati.

Lo screzio risale agli ultimi mesi del 2021. Unicredit si alza dal tavolo delle trattative e rompe con il governo sull’acquisizione di MPS. Una clamorosa sconfitta, che a quanto pare Franco addebita a Bastianini. Anche perché questi sta occupandosi da tempo per studiare un piano “stand alone”, cioè che consenta alla banca senese di restare in piedi senza aggregazioni. Fatto sta che il mancato accordo con Andrea Orcel ha costretto l’esecutivo a chiedere all’Unione Europea una proroga di 12-18 mesi per la privatizzazione e a varare un ennesimo aumento di capitale. Ad oggi, la soluzione più concreta sarebbe di uno “spezzatino”: le filiali del Sud andrebbero alla Banca del Mezzogiorno, già a capo della Popolare di Bari; le altre controllate sarebbero vendute a terzi e i crediti deteriorati ceduti ad AMCO, controllata dallo stesso Tesoro.

Ma la vicenda sta avendo strascichi di natura potenzialmente legale. Il fondo BluBell, azionista di MPS, annuncia azioni contro il Tesoro per quelle che ritiene essere ingerenze “gravissime” nell’operato del management. Oggetto delle critiche è una dichiarazione del ministro Franco del novembre scorso, in cui smentiva l’ipotesi di rimpiazzare Bastianini. Da allora, spiega il fondo, nulla è accaduto per giustificare un cambio di idea. Per questo, continua, o il Tesoro è a conoscenza di fatti ignoti al mercato e capaci di influenzare sui prezzi o sta indebitamente agendo come se fosse una holding. Di più: pare che la presidente Grieco abbia comunicato a un paio di consiglieri di amministrazione di essere stata nominata al board di Generali in quota Francesco Gaetano Caltagirone.

Si profilerebbe, secondo BlueBell, non solo una possibile incompatibilità tra le cariche, ma anche una questione relativa alla mancata comunicazione pubblica della nomina. La polemica è solo agli inizi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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