Dopo Lufthansa, anche la maggiore compagnia aerea dell’America Latina, la Latam, ha annunciato che sospenderà temporaneamente i voli da e per il Venezuela, iniziando dalla rotta Caracas-San Paolo ed entro la fine di luglio sopprimendo anche quelle per Santiago e Lima.
Alla base dello stop ai voli c’è la crescente difficoltà per le compagnie aeree di tramutare i ricavi prodotti nel paese in valuta straniera. In sostanza, una volta incassati i bolivar dalla vendita dei biglietti aerei, esse non sono più in grado di convertirli nelle divise dei paesi di origine, come dollari, euro, etc.
Inflazione Venezuela e crollo offerta causano carenza beni
Sin dal 2003, il Venezuela ha introdotto un sistema di cambio fisso con il dollaro e controlli per contenere i prezzi di centinaia di beni primari. Il combinato tra le due misure ha determinato una carenza di valuta straniera a disposizione per le importazioni di beni e servizi e il crollo della produzione interna, a causa dell’impossibilità per le imprese di sostenere l’aumento vertiginoso dei costi, tenuto anche conto che attualmente l’inflazione viaggerebbe verso il 700%, stando alle ultime stime del Fondo Monetario Internazionale.
Il dato di fatto è che il Venezuela è sempre più isolato nel senso letterale del termine, visto che da almeno un paio di anni le compagnie aeree hanno sospeso del tutto o ridotto considerevolmente il numero dei voli da e verso il paese. Ricordiamo che nei giorni scorsi, la Coca Cola ha annunciato l’interruzione della produzione in loco per mancanza di zucchero, mentre anche Brigdestone ha fermato gli impianti dopo 60 anni.