Crisi bolivar: -60% in 3 mesi
E pensare che non più tardi di 3 mesi fa, il governo di Nicolas Maduro ha introdotto il Dicom, un nuovo sistema di cambio complementare a quello ufficiale di 10:1 contro il dollaro. Al Dicom, che si fatto ha soppiantato il Simadi, viene dedicato, però, appena l’8% dei dollari detenuti dalla banca centrale, mentre il restante 92% è utilizzato ancora tramite un irrealistico cambio di 100 volte più alto di quello vigente al mercato nero, dove un dollaro compra 1.000 bolivar.
Considerando che il cambio ufficiale viene utilizzato solo per importare cibo e medicine, si capisce perché nel paese manchi di tutto. In teoria, il Dicom sarebbe dovuto servire proprio per fare fluire più valuta straniera nel paese, attraverso un cambio a metà strada tra quello ufficiale e quello parallelo del mercato nero. Tre mesi fa, quando fu istituito, esso prevedeva per ogni dollaro 203 bolivar, mentre oggi è arrivato già a 512, segnalando un crollo del 60%.
Carenza beni resta altissima
Peccato che da questa nuova piattaforma continuino a transitare pochi dollari, nonostante rappresenti una forma di avvicinamento del governo alla realtà. Eppure, qualche effetto visibilmente positivo si è avuto al mercato nero, dove due mesi fa un dollaro acquistava 1.200 bolivar, mentre in queste ore si è scesi appena sotto i 1.000, segno che si allenterebbe la domanda di dollari nei canali illegali, grazie alla possibilità (ancora minima) di effettuare gli scambi in via del tutto legale presso il Dicom.
Serve un nuovo passo in avanti, ovvero che il governo assegni a quest’ultimo maggiori quantità di valuta straniera da scambiare contro i bolivar, altrimenti la carenza di beni e servizi resterà ai livelli drammatici di queste settimane.