Obbligata la fine del cambio fisso
Questione di tempo, quindi, e anche il bolivar sarà ritirato. Cambierà nome come il cruzeiro in Brasile nel 1994, trasformatosi in real, oppure adotterà la denominazione di “nuovo bolivar”, come quella turca nel 2002 divenne la “nuova” lira. Ma in tutti i paesi che hanno emesso una nuova moneta, vi è anche stato un “regime change”, cosa che non s’intravede a Caracas. Per questo, il Venezuela sembra più lo Zimbabwe dell’ultra-novantenne presidente Robert Mugabe, dove lo stesso governo in carica da decenni non riesce a riguadagnarsi la fiducia dei cittadini e a introdurre una nuova moneta propria.
Affinché sia possibile, però, adottare una valuta pesante come il dollaro per gli scambi anche interni si dovrà passare dalla rimozione del cambio fisso, un passo che il regime di Maduro non è in grado di compiere, garantendo la situazione odierna alle élites politiche, burocratiche e militari del paese lauti guadagni da arbitraggio, grazie all’ampia corruzione in voga sul confuso sistema dei cambi multipli.