Crisi Venezuela, perché Maduro si ostina a non dichiarare il default?

Il default del Venezuela sarebbe la conseguenza logica della gravissima crisi economica e finanziaria di Caracas di questi mesi. Ma perché il governo Maduro vuole evitarlo a ogni costo?
8 anni fa
3 minuti di lettura

 

 

Con default sarebbe la fine del socialismo chavista

Non esiste una spiegazione logica imperante per l’atteggiamento di Caracas in questi ultimissimi anni, che sembra davvero essere scriteriato. Presumiamo quanto segue: Maduro tiene sopra a ogni altra cosa la conservazione del modello bolivariano del “paradiso socialista”. Teme che con il default, la costruzione di tale modello, iniziata nel 1999 con l’arrivo al potere di Hugo Chavez, venga meno. Perché?

Immaginiamo che Caracas annunci il default, saltando una scadenza e chiedendo ai creditori la ristrutturazione del debito.

Nessuno presterebbe più denaro al governo venezuelano; già oggi lo fa a rendimenti imbarazzanti, pari quasi al 50% per le scadenze a un anno. Gli obbligazionisti si riunirebbero per pretendere condizioni migliori possibili in fase di rinegoziazione del debito, mentre il paese, che già monetizza parte della spesa pubblica, sarebbe costretto ad affidarsi agli aiuti del tanto odiato Fondo Monetario Internazionale.

Cosa pretenderebbe l’FMI

Questi concederebbe aiuti a Caracas, ma dietro il consueto menù di politica economica, che si fonda su cinque punti: politiche fiscali restrittive (taglio alla spesa pubblica e/o aumenti delle tasse), politiche monetarie restrittive (aumenti dei tassi contro l’inflazione), svalutazione del cambio e fissazione di una nuova parità, liberalizzazione commerciale e liberalizzazione finanziaria.

Questi punti segnerebbero la fine del chavismo, il ritorno a un’economia di mercato, attraverso privatizzazioni e apertura ai commerci con il resto del mondo, mentre il governo dovrebbe votarsi all’austerità fiscale, scontentando almeno parte della popolazione. (Leggi anche: Venezuela, fame dilagante: default molto probabile)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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