Con default sarebbe la fine del socialismo chavista
Non esiste una spiegazione logica imperante per l’atteggiamento di Caracas in questi ultimissimi anni, che sembra davvero essere scriteriato. Presumiamo quanto segue: Maduro tiene sopra a ogni altra cosa la conservazione del modello bolivariano del “paradiso socialista”. Teme che con il default, la costruzione di tale modello, iniziata nel 1999 con l’arrivo al potere di Hugo Chavez, venga meno. Perché?
Immaginiamo che Caracas annunci il default, saltando una scadenza e chiedendo ai creditori la ristrutturazione del debito.
Cosa pretenderebbe l’FMI
Questi concederebbe aiuti a Caracas, ma dietro il consueto menù di politica economica, che si fonda su cinque punti: politiche fiscali restrittive (taglio alla spesa pubblica e/o aumenti delle tasse), politiche monetarie restrittive (aumenti dei tassi contro l’inflazione), svalutazione del cambio e fissazione di una nuova parità, liberalizzazione commerciale e liberalizzazione finanziaria.
Questi punti segnerebbero la fine del chavismo, il ritorno a un’economia di mercato, attraverso privatizzazioni e apertura ai commerci con il resto del mondo, mentre il governo dovrebbe votarsi all’austerità fiscale, scontentando almeno parte della popolazione. (Leggi anche: Venezuela, fame dilagante: default molto probabile)