Sono giorni difficili per la Juventus, in campo e fuori. Se la classifica del campionato non sorride e il percorso in Champions League appare accidentato, le indagini della Procura di Torino sulle plusvalenze sospette aggravano la crisi del titolo in borsa, in calo del 50% quest’anno. E c’è il peso della pandemia sui conti bianconeri, tanto che è tornato a soffrire il bond ribattezzato “Cristiano Ronaldo” ed emesso nel febbraio del 2019.
Il nome deriva dal fatto che pochi mesi prima la Juventus aveva ingaggiato l’attaccante portoghese, dando vita a un’operazione dispendiosissima sul piano finanziario.
Bond Juventus, crollo del prezzo
Ieri, il bond Juventus scambiava a 96,60 centesimi e offriva un rendimento alla scadenza del 5,08%. Solamente il 25 novembre scorso, si acquistava sopra la pari, a 100,37 e per un rendimento del 3,20%. In poche sedute, il crollo del 3,75% ha provocato una lievitazione del rendimento di quasi 190 punti base o 1,90%. Segno che il mercato obbligazionario valuti il debito bianconero nettamente più rischioso. In effetti, tra difficoltà finanziarie, indagini penali e risultati sportivi insoddisfacenti, la situazione non è delle migliori.
Dobbiamo anche ricordare che il bond Juventus fu emesso senza rating e non garantito, quasi un unicum per il mercato del calcio. Il rischio default, tuttavia, continua ad essere molto basso, in quanto a capo della società vi è Exor, la holding della famiglia Agnelli. E dubitiamo che essa non attinga alla sua elevata liquidità nel caso in cui ciò si rendesse necessario per non macchiare il buon nome della famiglia.