Gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio dell’Italia, diffusi questa mattina dall’Istat, hanno confermato una tendenza che è emersa già da molti mesi: gli italiani non comprano più e il commercio è in coma. Per la settima volta consecutiva le vendite al dettaglio (uno dei più importanti misuratori “concreti” sullo stato di salute di un’economia) si sono colorate di rosso rispetto al 2011. Venendo ai numeri, a ottobre le vendite hanno fatto registrare un calo dell’1% rispetto al mese di settembre e del 3,3% rispetto ad ottobre 2011.
Crisi economica Italia: il Bel Paese si rifugia nel discount alimentare
Secondo quanto comunicato dall’Istat, l’unico comparto che non ha risentito di un calo delle vendite ma che anzi ha anche migliorato la sua performance, è stato quello del discount alimentare (+0,6% rispetto all’anno precedente). Per il resto tutti gli altri comparti, compreso quello della Grande Distribuzione Organizzata, hanno conosciuto a ottobre una flessione delle vendite. In particolare le vendite presso gli ipermercati sono calate del 6,7%, quelle presso i supermercati del 2,6% e quelle nei piccoli negozi del 3% sempre su base tendenziale. A destare stupore però è soprattutto il calo delle vendite presso la Gdo che dopo aver devastato il piccolo commercio al dettaglio, ora subisce l’inesorabile contrappasso della crisi economica facendo registrare una flessione delle vendite pari al 4,8% su base annua (food -2,5%, non food -6,7%).
Si salvano solo orologi e gioielli
Per quanto riguarda le categoria merceologiche, la ricerca dell’Istat ha rilevato che nei primi 10 mesi dell’anno tutte le categorie non alimentari hanno registrato un forte calo delle vendite. In particolare le vendite di mobili, tessili e arredamento sono calate del 3,6%, quelle di cartoleria, giornali, libri e riviste del 3,2%. In calo anche gli acquisti di strumenti musicali (-3,8% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2011). Da questa vera e propria mattanza del commercio italiano si salvano solo le vendite presso gioiellerie e orologerie che sono scese “solo” dello 0,8%. Per l’economia italiana è buio pesto.