Crollano le vendite al dettaglio, italiani in fila al discount alimentare

Entra in crisi anche la Grande Distribuzione Organizzata e per il commercio italiano il tunnel si conferma essere ancora buio. Il discount intercetta quei consumatori che non possono più permettersi i prezzi praticati dagli altri canali di vendita
12 anni fa
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Gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio dell’Italia, diffusi questa mattina dall’Istat, hanno confermato una tendenza che è emersa già da molti mesi: gli italiani non comprano più e il commercio è in coma. Per la settima volta consecutiva le vendite al dettaglio (uno dei più importanti misuratori “concreti” sullo stato di salute di un’economia) si sono colorate di rosso rispetto al 2011. Venendo ai numeri, a ottobre le vendite hanno fatto registrare un calo dell’1% rispetto al mese di settembre e del 3,3% rispetto ad ottobre 2011.

Alla luce di queste nuove flessioni, le vendite al dettaglio sui dieci mesi risultano in calo dell’1,9% rispetto al periodo gennaio-ottobre dello scorso anno. Se il dato complessivo non può far altro che confermare quella sensazione di sconforto che si prova quando si percorrono quelle strade laterali delle grandi città infarcite di cartelli vendesi, dove un tempo sorgevano scintillanti vetrine, sono soprattutto gli indici relativi ai singoli comparti che lasciano andare a fosche previsioni su quello che potrà essere l’andamento delle vendite nei prossimi mesi.  

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Secondo quanto comunicato dall’Istat, l’unico comparto che non ha risentito di un calo delle vendite ma che anzi ha anche migliorato la sua performance, è stato quello del discount alimentare (+0,6% rispetto all’anno precedente). Per il resto tutti gli altri comparti, compreso quello della Grande Distribuzione Organizzata, hanno conosciuto a ottobre una flessione delle vendite. In particolare le vendite  presso gli ipermercati sono calate del 6,7%, quelle presso i supermercati del 2,6% e quelle nei piccoli negozi del 3% sempre su base tendenziale. A destare stupore però è soprattutto il calo delle vendite presso la Gdo che dopo aver devastato il piccolo commercio al dettaglio, ora subisce l’inesorabile contrappasso della crisi economica facendo registrare una flessione delle vendite pari al 4,8% su base annua (food -2,5%, non food -6,7%).

Questi dati ci permettono di affermare che in un generale contesto di crisi e di calo delle vendite al dettaglio si assiste ad uno spostamento di una fetta dei consumatori verso i discount. Attratti da molti prodotti low cost e dalle politiche di risparmio dei costi (strutture di vendita ridotte all’essenziale) molte famiglie sembrano quindi aver trovato un antidoto anticrisi in questo canale distributivo.  

Si salvano solo orologi e gioielli

Per quanto riguarda le categoria merceologiche, la ricerca dell’Istat ha rilevato che nei primi 10 mesi dell’anno tutte le categorie non alimentari hanno registrato un forte calo delle vendite. In particolare le vendite di mobili, tessili e arredamento sono calate del 3,6%, quelle di cartoleria, giornali, libri e riviste del 3,2%. In calo anche gli acquisti di strumenti musicali (-3,8% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2011). Da questa vera e propria mattanza del commercio italiano si salvano solo le vendite presso gioiellerie e orologerie che sono scese “solo” dello 0,8%. Per l’economia italiana è buio pesto.

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