I nostri risparmi sono a rischio con il crollo dell’euro? La nostra moneta sta perdendo valore e lo scorso 27 aprile ha registrato il livello più basso dal 2017. Per gli analisti esperti il pericolo è la recessione che potrebbe portare come conseguenza ad un aumento della disoccupazione, ad un rallentamento della produzione e al calare dei consumi e dell’accesso al credito. Ed i risparmi?
I nostri risparmi sono a rischio a causa del crollo dell’euro?
Il 27 aprile scorso il valore dell’euro è sceso dell’1,6% e registra perdite uguali al 7% circa dal 2022.
Tornando al ribasso della valuta, esso si è avuto per colpa dell’aumento dei prezzi del gas dopo lo stop delle forniture alla Polonia e alla Bulgaria. Il nuovo rincaro è del +4% per cui il gas arriva a circa 107 euro a megawattora. Per il Fondo Monetario Internazionale tale situazione porterà ad un indebolimento dei redditi delle famiglie nonché a minori profitti delle imprese. Anche l’Organizzazione finanziaria internazionale teme questo scenario per cui ha ridotto le sue proiezioni di crescita per l’area euro per l’anno in corso: esattamente dal 3,9% al 2,8%.
Se l’embargo del gas russo fosse esteso anche ad altri stati secondo gli analisti la situazione potrebbe precipitare ancora di più. E proprio per questo tanti risparmiatori sono preoccupati. Secondo il National Bureal of Economic Research ancora non c’è pericolo. Una recessione comporta infatti un calo delle attività economiche che si estende a tutte le economie e dura pochi mesi. In ogni caso vista la situazione di forte incertezza ci si dovrebbe concentrare sulle proprie linee di credito.
In merito al problema dell’inflazione che erode i propri risparmi ovvero quelli che si tengono fermi, il consiglio è quello di investirli. Marcello Ferrara, analista di Consultique SCF Spa, spiega a Ilcorriere che nella situazione in cui ci troviamo è difficile trovare una fonte assoluta di protezione. Sottolinea che qualcuno opta per le commodities come forma di investimento di protezione. Però non si può puntare su un portafoglio basato solo sulle materie prime, visti anche i valori raggiunti da queste negli ultimi mesi. La prima cosa da fare, spiega, sarebbe quindi quella di diversificare gli investimenti prediligendo i settori più difensivi rispetto a quelli in forte crescita.
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