Il titolo in borsa è in ripresa ai massimi dagli inizi di marzo, pur continuando a perdere quasi un terzo dall’inizio dell’anno. Ma le vendite di Tesla sul mercato europeo vanno malissimo. Nei primi due mesi dell’anno hanno registrato un tracollo del 49%, praticamente dimezzandosi ad appena 19.046 auto elettriche immatricolate nell’Unione Europea. Il dato appare ancora più magro, se si pensa che nello stesso bimestre le vendite complessive sono aumentate del 28,4% a 255.489, pari al 15,2% del totale. In pratica, un auto su ogni 6-7 vendute è stata elettrica, molto poco per tendere alle emissioni zero come da desiderata di Bruxelles.
Tuttavia, di quel poco appena il 7,5% è stato venduto dalla casa di Elon Musk.
Pesa boicottaggio contro Musk
Le vendite Tesla starebbero risentendo del boicottaggio tra alcune fasce di automobilisti, contrariati dalle posizioni politiche del CEO, il quale ha assunto altresì un ruolo di governo nell’amministrazione Trump. Egli è a capo del DOGE, Dipartimento per l’Efficienza Governativa, incaricato di tagliare la spesa federale. Un compito impopolare e che l’uomo più ricco della Terra sta portando avanti senza remore per le critiche che gli piovono addosso a seguito dei licenziamenti di massa annunciati e, in parte, “congelati” dai giudici.
Non giova all’appeal in borsa il sorpasso di Byd. La concorrente cinese ha comunicato di avere fatturato nel 2024 777,1 miliardo di yuan, pari a 107,2 miliardi di dollari. Ha chiuso l’esercizio passato con un utile netto di 40,25 miliardi di yuan, 5,55 miliardi di dollari. Per contro le vendite Tesla hanno maturato ricavi complessivi per 97,7 miliardi di dollari. Pesa, in realtà, anche l’assenza di nuovi modelli accattivanti, mentre le principali concorrenti stanno cercando di recuperare il terreno perduto negli anni passati.
Pooling inguaia Stellantis
Ma se Musk ha di cosa preoccuparsi, paradossalmente sono i suoi concorrenti europei a tremare all’idea di poter accusare il colpo. Le basse vendite Tesla rischiano di ripercuotersi negativamente sui loro bilanci. E qui entra in gioco il concetto di “pooling”, uno stratagemma escogitato dalle case automobilistiche per aggirare le multe dell’Unione Europea sulle emissioni inquinanti. Succede che di anno in anno Bruxelles abbassa i limiti massimi di CO2 che un’auto deve emettere. I produttori che li eccedono, sono costretti a pagare sanzioni salatissime. Le norme consentono a più case di unirsi tra loro per comunicare i dati aggregati ed eventualmente rientrare in tali limiti.
Esempio: se il limite è 100 e X emette 110, si aggrega con Y che emette 80. Insieme, ipotizzando che abbiano una produzione identica, si presenteranno con emissioni medie di 95. X evita la multa e Y intasca la ricompensa dalla prima. E’ evidente, infatti, che le case automobilistiche meno inquinanti offrano il loro aiuto alle concorrenti dietro compenso. Ed è quello che fa Tesla, che nel 2024 ha incassato qualcosa come 11 miliardi grazie proprio ai crediti ottenuti grazie a questa strategia.
Stellantis, Toyota, Ford e Mazda sono le case automobilistiche che hanno rinnovato l’accordo con la casa di Musk per fare pooling anche nel 2025.
Qual è il problema? Se le vendite di Tesla continuassero a scendere così rapidamente, la loro quota nel totale si ridurrebbe e minaccerebbe il rispetto dei limiti di CO2 del gruppo. Insomma, ci sarebbe il rischio che le concorrenti debbano pagare almeno parte delle multe previste. Forse anche per questo le azioni Stellantis perdono il 15,5% in un mese.
Vendite Tesla giù, interviene Commissione UE
Per fortuna che la Commissione europea abbia deciso di procedere con una valutazione non più annuale, bensì triennale dei parametri da rispettare. In questo modo, i prossimi conti si faranno con riferimento al periodo 2025-2027 e non già solo del 2025. Da questo punto di vista, il dimezzamento delle vendite Tesla farà meno paura alle concorrenti e alleate del pooling. D’altra parte, le costringe ad accelerare i piani per abbattere le emissioni o rischiano di spostare solo più in avanti la mazzata. Da Bruxelles, tuttavia, sembra arrivare flessibilità anche con riferimento al divieto di vendita per le auto con motore a combustione dal 2035. Il nuovo approccio sarebbe all’insegna della “neutralità tecnologica”, su impulso del Partito Popolare Europeo.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
Articolo imbarazzante. Le vendite sono sotto del 49 percento, ma si attesta a 198000 auto vendute. In realtà ci sono oltre 300000 prenotazioni