Taglio al cuneo fiscale. La novità nel decreto Lavoro, gli effetti sulla busta paga

Grazie ad un intervento di carattere temporaneo, lo sconto sui contributi previdenziali trattenuti in busta paga a carico del lavoratore, c.d. contributi sociali, viene innalzato dal 2% al 6%
2 anni fa
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Più soldi in busta paga per i lavoratori dipendenti. Lo prevede il nuovo decreto Lavoro approvato dal Governo Meloni nella giornata del 1° maggio. Grazie ad un intervento di carattere temporaneo, lo sconto sui contributi previdenziali trattenuti in busta paga a carico del lavoratore, c.d. contributi sociali, viene innalzato dal 2% al 6%. In uno specifico caso, lo sconto sale fino al 7%.

In questo modo, il netto in busta paga che sarà riconosciuto al lavoratore dipendente sarà più alto.

Il taglio del cuneo fiscale sarà operativo per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023.

Cerchiamo di capire quanto avrà di più in busta paga il lavoratore dipendente con un reddito lordo fino a 35.000 euro.

Il decreto Lavoro

Il decreto Lavoro interviene a 360 gradi, si va dal nuovo assegno di inclusione alle novità in materia di contratti a termine.

Ad esempio, sui contratti a termine, vengono ampliate le  causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi.

Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi:

  • nei casi previsti dai contratti collettivi;
  • per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024;
  • per sostituire altri lavoratori.

Detto ciò, veniamo alle novità introdotte ai fini del taglio al c.d. cuneo fiscale.

Decreto Lavoro e taglio al cuneo fiscale. Più soldi in busta paga

Il taglio del cuneo fiscale era una delle priorità del Governo Meloni. Infatti, nel nuovo decreto Lavoro si assiste ad una riduzione della pressione fiscale a carico del lavoratore dipendente.

Utilizzando termini più corretti, il taglio del cuneo fiscale è messo in pratica innalzando dal 2% al 6%, l’esonero ossia lo sconto sui contributi previdenziali, contributi IVS, a carico dei lavoratori dipendenti. Il riferimento è ai c.d. contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti.

Dunque, si segue la scia dei precedenti interventi sul taglio al cuneo fiscale, riconducibili  alla Legge n°234/2021, Legge di bilancio 2022, al Dl 115/2022, decreto Aiuti-bis e poi ancora, alll’ultima legge di bilancio (Legge n°197/2022). Il decreto lavoro interviene proprio sul comma 281 della legge appena citata.

Lo sconto sui contributi sociali sarà pari al:

  • al 6% per i dipendenti con un reddito annuo lordo superiore a 25.000 e sino a 35.000 euro;
  • al 7% per i dipendenti la cui retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi non ecceda l’importo di 1.923 euro.

In media, i lavoratori con redditi fino a 35.000 euro lordi, dovrebbero avere un aumento in busta paga tra 45 e i 100 euro mensili.

Il taglio del cuneo fiscale sarà operativo per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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