Da domani senza reddito di cittadinanza: ecco lo scenario

Il Reddito di cittadinanza si è dimostrato una misura utile per fronteggiare la diffusa povertà, notevolmente peggiorata sotto l’impatto del coronavirus
3 anni fa
1 minuto di lettura
Reddito di cittadinanza
Foto © Licenza Creative Commons

Allo stato attuale sono circa 1,8 milioni i percettori del reddito di cittadinanza (di cui 814 mila già beneficiari prima della pandemia e il restante 1 milione durante l’emergenza). A questi si aggiungono circa 1,6 milioni di famiglie che intendono farne richiesta ed 1,4 milioni di nuclei la cui domanda di accesso al sussidio non è stata accolta.

E’ questa la fotografia dell’INAPP (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) al 23 febbraio 2022. Numeri abbastanza elevati, dunque, che evidenziano come una eventuale abrogazione del sussidio significherebbe perdita dell’unica fonte reddituale per numerose famiglie che vivono in stato di “povertà”, con notevoli ripercussioni sulla vita economica e sociale del nostro Paese.

L’impatto del reddito di cittadinanza sulla vita dei percettori

Secondo lo studio INAPP, in caso di eliminazione del reddito di cittadinanza occorrerà fare i conti anche con la perdita dei benefici di carattere psico-sociale legati al sussidio. Dall’indagine, infatti, emerge che il:

  • 64% dei percettori dichiara di avere maggior fiducia nelle istituzioni
  • 63% di aver avuto più tempo per la cura dei figli
  • 61% di aver migliorato la sua condizione economica
  • 58% ha fatto volontariato
  • 54% percepisce un miglioramento della sua salute psico-fisica

Inoltre, in generale, 1 su 2 dichiara di aver aumentato la fiducia in sé stesso, nel futuro, nei rapporti con gli altri e nella classe politica.

Il Reddito di cittadinanza si è dimostrato una misura utile per fronteggiare la diffusa povertà, notevolmente peggiorata sotto l’impatto del coronavirus, ma il perimetro della popolazione in condizione di vulnerabilità è più ampio. Una parte della popolazione resta esclusa in ragione degli stessi requisiti formali di accesso o per la scarsa informazione sulla policy. È urgente guardare alle cause per giungere ad una ristrutturazione organica sia del sistema delle politiche attive del lavoro sia dei servizi sociali ed evitare che anche gli ultimi due programmi lanciati in proposito (GOL e Fondo Nuove Competenze) si rivelino poco efficaci.

Queste alcune delle parole del prof. Sebastiano Fadda, Presidente dell’INAPP.

Potrebbero anche interessarti:

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Bonus casa, ecco le proposte per sbloccare la cessione crediti
Articolo precedente

Milleproroghe in Gazzetta ufficiale. Sospesi i termini per le agevolazioni prima casa

Come ottenere la 104 senza spostare la residenza (per sempre)
Articolo seguente

Permessi 104 frazionati in ore: quando è possibile senza penalizzazione