Immaginate se, alzandovi stamattina, vi dicessero che la benzina costi cinque volte in più, passando da 1,80-90 euro a più di 9 euro al litro. E’ quello che sta accadendo a Cuba, dove il carburante sarà venduto a partire da oggi a 132 pesos al litro (41,50 centesimi al cambio di mercato) contro i 25 pesos di ieri. La stangata è stata posticipata di un mese dal governo, ma si rende necessaria per salvaguardare i conti pubblici. Si tratta sostanzialmente di un taglio drastico dei sussidi finora elargiti alla popolazione.
Economia in crisi a Cuba, scaffali semi-vuoti
L’economia a Cuba versa in profonda crisi. L’anno scorso il PIL si è contratto del 2% e nel frattempo l’inflazione risulta attestarsi sopra il 30%, sebbene gli analisti indipendenti sostengono che sia ben più alta. Sull’isola da 11 milioni di abitanti si registra una carenza diffusa di prodotti, a causa delle scarse riserve valutarie con cui effettuare le importazioni dall’estero. E queste soddisfano la gran parte della domanda interna, a causa dei bassi livelli di produzione.
Pesa la maxi-svalutazione
Come se non bastasse, il tracollo del cambio sembra tutt’altro che cessato. A capodanno del 2021 vi fu l’eliminazione del cosiddetto CUC o peso convertibile e rimase in vigore solamente il CUP. La riforma monetaria si tradusse nei fatti in una svalutazione del 96%. In concreto, fino ad allora 1 dollaro per legge equivaleva a 1 CUC (e 1 CUC = 1 CUP), mentre da quel giorno è stato ufficialmente equiparato a 24 CUP. I costi delle importazioni sono esplosi e con essi l’inflazione. L’intento del regime comunista era di favorire la produzione domestica, anche grazie a parziali liberalizzazioni del settore privato. La mancata implementazione delle riforme ha frustrato tali aspettative e si è generata una caduta dell’offerta.
E il Banco Central de Cuba ha dovuto altresì procedere a un’ulteriore svalutazione dell’80%, offrendo dollari alla popolazione ad un tasso di cambio di 120.
Mercato nero ottimale per i turisti
Queste sono informazioni essenziali per coloro che volessero mettersi in viaggio verso Cuba nei prossimi mesi. Affidarsi al cambio ufficiale sarebbe inutilmente costoso. Bisogna, anzitutto, portarsi da casa denaro in contante (euro e dollari molto graditi). Non sono accettate le carte di pagamento internazionali a causa delle sanzioni degli Stati Uniti. Una volta atterrati a L’Avana, non bisogna recarsi presso gli ATM per effettuare la conversione. Brutto a dirlo, ma sarebbe del tutto sensato andare dai cambiavalute in strada, dove otterremmo pesos in quantità per oltre due volte e mezza. Formalmente illegale, ma convenientissimo.
Cuba spera nel turismo e teme Trump
Il turismo è la principale fonte di accesso ai dollari di Cuba. La pandemia lo ha mandato in crisi, anche se dall’anno scorso gli arrivi di stranieri sono tornati a salire. Ma il bloqueo imposto dalla Casa Bianca non è stato allentato neppure sotto l’amministrazione Biden. E la prospettiva che alla presidenza torni Donald Trump fa tremare il regime post-castrista, che sperava in una politica estera più benevola di Washington dopo il tycoon. E’ finita con le lunghe file dinnanzi ai distributori per fare benzina. Un destino misero a 65 anni dalla Revolucion.