Ma davvero nel 2025 si può ricevere una pensione dall’INPS da 1.500 euro al mese? In effetti, esiste una misura che consentirà a determinati contribuenti di andare in pensione percependo questa cifra, a partire dai 63 anni e 5 mesi di età. La misura ha recentemente ottenuto un’estensione, poiché avrebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2024. Parliamo, come è facile intuire, dell’Ape sociale. Ma perché si sottolinea la soglia di 1.500 euro al mese?
“Buongiorno, sono Paolo e volevo chiedervi una cosa relativa all’Ape sociale.
Da questo punto di vista, siamo tutti convinti che potrò andare in pensione, perché ho 33 anni di contributi versati e a dicembre ho percepito l’ultimo assegno dell’indennità per disoccupati, ossia la Naspi. Quindi ho sicuramente diritto all’Ape sociale. Ciò che non mi torna è il motivo per cui dovrei prendere al massimo 1.500 euro al mese di pensione, dal momento che, in base a una simulazione effettuata sui contributi che ho versato, a 65 anni di età dovrei ricevere oltre 2.000 euro al mese di pensione lorda.”
Dall’INPS una pensione da 1.500 euro al mese dal 2025 al 2027
L’Ape sociale doveva cessare il 31 dicembre 2024; invece, il governo ha stabilito di prorogare la misura per il 2025 e ha stanziato risorse fino al 2027. Ciò significa che, con l’Ape sociale, potranno andare in pensione i lavoratori a partire dai 63 anni e 5 mesi di età non solo nel 2025, ma probabilmente anche negli anni successivi. Si tratta di una misura già da tempo molto utilizzata per anticipare la pensione.
In pratica, l’Ape sociale consente di percepire un reddito ponte che accompagna il lavoratore ai 67 anni di età, quando scatterà la vera pensione di vecchiaia. Di fatto, è una sorta di misto tra un ammortizzatore sociale e una pensione vera e propria.
Ape sociale 2025, ecco come funziona per invalidi, disoccupati e caregiver
Con l’Ape sociale si può andare in pensione a partire dai 63 anni e 5 mesi di età, con almeno 30 anni di contributi versati. A condizione che l’interessato sia un invalido, un disoccupato o un caregiver.
- Il disoccupato deve aver percepito integralmente la Naspi dopo aver perso involontariamente il lavoro.
- L’invalido deve essere riconosciuto invalido civile almeno al 74%.
- Il caregiver deve, da almeno 6 mesi, convivere con un parente disabile grave (in base alla Legge 104) che necessiti di assistenza. Tale parente deve essere il coniuge o un genitore, oppure un parente o affine fino al secondo grado, purché questi, a loro volta, siano senza genitori o coniugi, o con genitori e coniugi over 70 o invalidi gravi.
L’Ape sociale per il lavoro gravoso e pensione fino a 1.500 euro al mese
Se invece l’interessato svolge mansioni gravose, occorrono 36 anni di contributi. Bisogna rientrare in una delle 15 attività di lavoro gravoso previste dalla normativa vigente, svolte per la maggior parte degli ultimi anni di carriera. Infatti, il vincolo è un lavoro gravoso svolto per almeno 7 degli ultimi 10 anni o per almeno 6 degli ultimi 7 anni di carriera.
Proprio perché si tratta di una misura assistenziale, come dicevamo, risulta piuttosto vincolante:
- È erogata su 12 mesi senza tredicesima.
- Non prevede maggiorazione sociale, integrazione al trattamento minimo né trattamenti di famiglia.
- Non si rivaluta annualmente.
- Non è reversibile.
- Vige il divieto di cumulo dei redditi da pensione con i redditi di lavoro.
Ciò che però interessa al nostro lettore è il fatto che non può superare 1.500 euro al mese di trattamento.
In effetti, chi va in pensione con l’Ape sociale non può percepire un importo superiore a 1.500 euro al mese. La prestazione, che dura fino ai 67 anni di età del titolare, non può superare tale limite a prescindere dai contributi versati.