Con il D.Lgs 219/2023 “modifiche allo statuto del contribuente” il Governo ha completato un altro tassello della c.d. riforma fiscale. Oltre alla disciplina dell’autotutela è cambiata anche quella dell’Interpello. Strumento che permette al contribuente di presentare un’istanza alla sede regionale dell’Agenzia delle entrate di appartenenza per ottenere una risposta concreta sulla corretta applicazione di una norma al proprio caso pratico.
Con la riforma fiscale l’interpello diventa a pagamento. L’obiettivo è quello di ridurre sempre più il ricorso a tale istituto, introducendo a tal fine la c.
Partiamo prima con un piccolo richiamo alle modifiche in materia di interpello, a breve ci torneremo con un approfondimento, per poi passare alla novità della “consultazione semplificata”.
Come cambia l’interpello? Un cenno
Il nuovo decreto di attuazione della riforma fiscale va a cambiare anche il rapporto Fisco-Contribuente. Soprattutto il modo ossia i canali tramite i quali i contribuenti e il Fisco possono interagire tra di loro. Cambiano autotutela e interpello.
Per quanto riguarda l’interpello, l’obiettivo della riforma è quello di limitare il ricorso a tale istituto. Tramite la pubblicazione di più circolari e documenti di consulenza giudica.
A ogni modo, la presentazione dell’istanza di interpello comporta il versamento di un contributo. Dunque l’interpello diventa a pagamento. Queste somme versate dai contribuenti andranno a finanziare la formazione del personale delle agenzie fiscali.
A ogni modo, l’importo da versare, variabile, sarà fissato con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze in funzione della:
- tipologia di contribuente;
- del suo volume di affari o di ricavi;
- della particolare rilevanza e complessità della questione oggetto di istanza.
Non sarà possibile presentare alcuna istanza di interpello laddove non ricorrano condizioni di obiettiva incertezza. Non c’è obiettiva incertezza quando il Fisco ha fornito, mediante documenti di prassi o risoluzioni, la soluzione per fattispecie corrispondenti a quella rappresentata dal contribuente.
Da qui, l’interpello sarà sostituito in prima battuta dalla “consultazione semplificata“, passaggio obbligatorio, prima di ricorrere all’interpello, per le persone fisiche e le imprese di piccole dimensioni.
La consultazione semplifica. La novità della riforma fiscale
Il nuovo articolo 10-nonies dello Statuto del contribuente (L.n°212/2000) prevede che tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate, gratuitamente, il contribuente può accedere a un’apposita banca dati per la soluzione di casi concreti che lo riguardano.
In tale banca dati sono presenti i documenti di prassi del Fisco (circolari, interpelli, ecc.), che grazie all’intervento dell’intelligenza artificiale permetterà al contribuente di trovare i documenti riconducibili al proprio caso specifico. Dunque di ottenere una risposta concreta.
Per fare un esempio, ipotizziamo che il contribuente abbia un dubbio circa la tempestività di un bonifico parlante effettuato all’ultimo giorno utile per prendere una determinata agevolazione. La banca dati, se il Fisco ha avuto già modo di chiarire il concetto di “sostenimento della spesa” troverà i documenti di prassi che lo aiuteranno a risolvere i propri dubbi. Fornendo una risposta.
L’accesso a tale banca dati può avvenire anche per il tramite degli intermediari. Il proprio commercialista di fiducia ad esempio.
Consultazione semplificata. Obbligo per alcuni soggetti
La consultazione semplificata in parola, riguarderà:
- le persone fisiche, anche non residenti;
- le società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e alle società ad esse equiparate, ai sensi dell’articolo 5 del predetto decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, che applicano il regime di contabilità semplificata.
Come da relazione illustrativa del decreto in parola:
Il servizio, gratuitamente fruibile avvalendosi dei servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate, previa richiesta del contribuente, specificamente riferita ad un caso concreto e personale, si sostanzia nella possibilità di interrogazione di una apposita banca dati, di nuova costituzione, che raccoglie, debitamente classificati e categorizzati, tutti gli atti di prassi che esprimono indirizzi interpretativi (ad esempio, risposte a istanze di interpello, risoluzioni, principi di diritto).
E’ lecito chiedersi quali sono gli effetti della procedura di consultazione semplificata rispetto ai possibili successivi controlli del Fisco sulla questione oggetto di consultazione semplificata.
Ebbene, la riforma fiscale prevede che la risposta fornita dalla banca dati grazie al supporto dell’intelligenza artificiale:
- non è equiparata, a tutti gli effetti di legge, ad una risposta ad interpello, ma produce gli effetti di cui all’articolo 10, comma 2, dello Statuto;
- costituisce causa di disapplicazione delle sanzioni e non debenza degli interessi moratori per il contribuente che vi si sia adeguato.
Dunque, il contribuente che si è allineato alle risposte date dalla banca dai godrà comunque di una certa tutela.
Dalla consultazione semplificata all’interpello. Quando?
I contribuenti di minori dimensioni sopra elencati, potranno ricorrere ad un’istanza di interpello solo dopo aver tentato di ottenere una soluzione tramite la consultazione semplificata. Tale passaggio è obbligatorio.
Laddove nella banca dati manchi un precedente che possa essere applicato al caso di specie di colui che accede alla consultazione semplificata, l’istante in modalità automatizzata, viene invitato a presentare istanza di interpello.
C’è da dire una cosa molto importante però.
La norma si limita a prevedere la possibilità che venga istituito questo nuovo servizio, ma la disciplina di dettaglio di tale istituto e delle sue modalità di funzionamento restano affidate a futuri interventi normativi.
Dunque a oggi non si sa quando tale consultazione semplificata diverrà effettivamente operativa.
Riassumendo…
- la riforma fiscale cambia il rapporto fisco-contribuente;
- viene prevista la consultazione semplificata dei documenti di prassi dell’Agenzia dell’entrate;
- l’obiettivo è quello di ridurre il ricorso continuo all’istituto dell’interpello.